Bene Comune è favorevole al ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, senza se e senza ma. È stato sicuramente apprezzabile ed interessate il convegno che ha organizzato, su questo tema importante, Sinistra Unita di Fano insieme a numerosi movimenti ed associazioni, ma le conclusioni non sono state altrettanto chiare e convinte.
E’ palese che il ripristino di un’opera abbandonata ormai da circa vent’anni può apparire difficile, ma se la politica abbandonasse una visione limitata al periodo che intercorre tra una elezione e l’altra, per guardare al medio e lungo periodo, tutto può essere possibile. In un’epoca in cui si comincia finalmente a discutere sulla scarsità della risorsa petrolio, e quindi della necessità di trovare modalità alternative di trasporto, tornare ad investire sul sistema ferroviario è il modo più concreto. Proprio oggi i giornali evidenziano un rapporto di Legambiente sugli scarsi investimenti della nostra Regione per le ferrovie: 63 milioni di euro per le strade e 3 milioni di euro per le ferrovie negli ultimi tre anni. Quando si capirà che occorre invertire la tendenza? Abbiamo un sistema ferroviario non certamente all’altezza di uno dei Paesi del G8, come ci vantiamo di essere, eppure i nostri politici continuano a parlare solo di strade. In questo senso il ripristino della ferrovia Fano-Urbino può rappresentare il simbolo della svolta. Una svolta che sarà possibile solo con il concorso di tutte le Istituzioni, e con la creazione di una apposta società regionale che chieda alle Ferrovie Italiane la concessione dei tratti regionali per gestirli autonomamente. Ma, al convegno citato, gli interventi dell’assessore provinciale Lucarini e del consigliere provinciale Federico Valentini sono sembrati di tutt’altro segno. Solo Michele Altomeni e il Presidente del Consiglio Regionale Raffaele Bucciarelli (con un passato da ferroviere) sono sembrati favorevoli all’idea del ripristino della Fano-Urbino, portata avanti con encomiabile perseveranza dall’Associazione Ferrovia Val Metauro, che ha fornito ai presenti dati precisi sui costi e sulla fattibilità del progetto. Fuori luogo, invece ci sono sembrate le proposte di Enrico Tosi di utilizzare l’attuale sedime della ferrovia per realizzarci una pista ciclabile: se si voleva dimostrare la conciliabilità dell’utilizzo del treno e della bici, quello non è certo il modo migliore. C’è bisogno, infatti, assolutamente sia di nuove piste ciclabili che di ferrovie, ma le due proposte possono coesistere perché possono essere realizzate su tracciati diversi, seppure con diversi punti in comune, anziché essere messe in contrapposizione.
Se si vuol fare un concreto passo in avanti, occorre ora che Provincia e Regione manifestino apertamente la loro volontà in tal senso. Tenendo conto che Sinistra Unita fa parte della squadra di governo in entrambe le Istituzioni, non dovrebbe avere difficoltà ad ottenere tale pronunciamento.
Per noi di Bene Comune non ci sono dubbi: il ripristino della ferrovia Fano-Urbino rappresenta l’unico modo eco-sostenibile per valorizzare, anche turisticamente, un territorio bello ed ancora sufficientemente integro, senza “violentarlo” ulteriormente con nuove strade.
Sì al ripristino della ferrovia Fano-Urbino
Commenti
6 risposte a “Sì al ripristino della ferrovia Fano-Urbino”
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sono molto interessata all’iniziativa e darei volentieri il mio appoggio, trovo giusta la proposta di allacciare la linea alla fabriano-pergola che andrebbe rilanciata e anche per questo bisognerebbe impegnarsi, insieme e forse anche prima della costruzione di una nuova linea ferroviaria. grazie fatemi sapere anche a me
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Anche se la nostra regione non è il trentino credo che dal punto di vista turistico sia interessante
Con il Treno della Val Venosta in Alto Adige andare in bicicletta è ancora più bello: 1200 biciclette moderne (mountainbike, citybike, trekkingbike e bici per bambini, 10 tandem) aspettano di essere utilizzate
Per tutta la giornata ci si può spostare in treno ed in bicicletta lungo la Val Venosta, e per tutto il tempo che si vuole.
In sei punti: stazione ferroviarie di Merano (area scalo merci), Naturno (dopo ca. 15 km), Laces (dopo ca. 30 km), Silandro (dopo ca. 35 km), Spondigna (dopo 50 km) e Malles (dopo 60 km) si possono noleggiare o restituire le biciclette.
Inoltre vi sono noleggi presso la stazione fiera a Bolzano Sud ed a Passo Resia.
È possibile noleggiare o restituire biciclette presso tutti i punti.
Incluso con la bicicletta ci sono: lucchetto con chiave, lampadina per il viaggio notturno. Inoltre su richiesta: casco (per bambini obbligatorio), seggiolino per bambini.
La propria bici può essere trasportata anche a bordo del treno della Val Venosta, premesso che ci sia sufficientemente spazio (costo aggiuntivo). -
Sabato al convegno c’era un docente dell’Università di Roma Tre, consulente o collaboratore dell’Associazione Ferrovia Val Metauro, che ha snocciolato diversi dati, compresi quello del costo economico. Certamente questo tratto ferroviario non si regge da solo, ma è così anche per le attuali linee di pulman che collegano le varie parti del nostro territorio: senza il contributo della Regione non sarebbero remunerative. Questo docente ha spiegato che la Regione dovrebbe intervenire con un milione e mezzo di euro all’anno. No so quanto la Regione spenda ora per le linee su gomma, ma so che ogni anno interviene con circa sei milioni di euro per ripianare i “buchi” dell’aeroporto di Falconara (che potrebbe andare in pareggio solo con 1 milione di passeggeri all’anno ma oggi ne fa volare solo poco più di quattrocentomila). Non c’è dubbio che il trasporto pubblico ha bisogno dell’intervento economico pubblico, perchè nella maggior parte dei casi (se non si vuol far pagare un biglietto salatissimo) non è mai in equilibrio finanziario tra costi e ricavi. Riguardo alla possibilità di utilizzare l’attuale tratto ferroviario della Fano-Urbino come metropolitana leggera, questo docente ha detto che i sistemi sono diversi e quindi non si può fare. Riguardo invece alla pista ciclabile, sempre lo stesso tecnico diceva che era assurdo utilizzare un sedime (pensa anche ai ponti, viadotti e gallerie) predisposto per sostenere il peso di alcune tonnellate (ossia il peso dei treni) per farvi passare sopra le biciclette. Per le bici si possono usare tranquillamente sentieri già presenti ai margini dei campi coltivati, che possono essere riadattati con pochissima spesa. So che pensare al ripristino di una ferrovia dismessa (anche se ancora tutelata e non abbandonata) può sembrare velleitario, ma la politica deve guardare anche al lungo periodo, proporre inversioni di tendenza a politiche scellerate del passato che hanno puntato tutto sull’auto, deve – in sostanza – proporre anche di SOGNARE un futuro migliore. Altrimenti invece di politici, basterebbero solo dei buoni amministratori, ossia dei buoni ragionieri.
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La Fano-Urbino è stata dismessa per insostenibilità dei costi. Ripristinarla può essere interessante, ma è sostenibile finanziariamente? Cervellati (l’architetto scelto per il PRG dalla Giunta Carnaroli) proponeva di intenderla come una metropolitana leggera, oppure sfruttare il percorso per farne un percorso ciclabile (a differenza di quelli attuali, completamente ecologico, lontano dalle reti di traffico), equestre, pedonale che attraversasse tutta la valle del Metauro e fosse in contatto con le emergenze ambientali e turistiche della valle. In ufficio tutti risero di lui. Esiste un comitato intercomunale che ha a cuore questo tema, non ricordo come si chiama. La Provincia ha ampiamente bacchettato il Comune di Fano di non essersi per nulla relazionato con i comuni limitrofi e del metaurense per scelte ad ampio respiro e concordi. Il tema secondo me non è banale, è estremamente interessante per il nostro territorio, qualunque sia la direzione sarebbe un eccezionale valore aggiunto, e non ci si può improvvisare.
Ciao
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Io ho sentito solo pochi minuti del convegno, ma le cose dette dall’Associazione ( http://www.ferroviafvm.it ) che vuole ripristinare la ferrovia erano molto interessanti, non campate per aria, ma basate su una reale esperienza quella della provincia di Bolzano. Gabriele è stato presente al convegno e il suo articolo mi sembra molto bello. Credo che bisognerebbe chiedere la documentazione proiettata.
Comunque io credo che in linea di principio sia assurdo proporre in alternativa due cose belle. O la ferrovia o la pista ciclabile. Mi sembrerebbe come togliere i pannelli solari per mettere le pale eoliche. Ci vogliono entrambe, proprio come hanno fatto in Adige, dove con lo scetticismo iniziale di tutti ora è diventato il fiore all’occhiello portato ad esempio, e dove hanno sviluppato anche un servizio ottimizzato e intelligente di autobus integrato a bici e treno…Lì hanno fatto questo, da noi invece una bretella Fermignano-Urbino (di cui gli stessi urbinati provano vergogna) che mi piacerebbe sapere quanto è costata e quante ferrovie ci avrebbero fatto… ho come la sensazione che ci sarebbe scappata l’alta-velocità.
Walter
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va bene la riapertura della fano urbino , ma occorre pensare anche un po più in la , quindi questa liena va agganciata con la fabriano pergola ; in questo modo si costituirebbe una linea alternativa alla Ancona -fabriano con tuti i benefici del caso
fatemi sapere
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