Il primato della persona

All’indomani della risicata vittoria elettorale del centrosinistra alle recenti elezioni politiche desideravo con tutto me stesso augurare al nuovo Governo e al nuovo Presidente un buon lavoro.
E’ ancora oggi la mia intenzione, anche perché, al di la delle vedute personali, non mi sembra questo il momento di avviarsi verso vuoti di potere che non garantirebbero certo il “bene comune”.
L’esigua differenza di voti tra le due coalizioni, avrebbe dovuto suggerire però una certa prudenza su temi delicati che non possono essere affrontati con lo scarto di pochi voti; mi sentivo in qualche modo garantito dalle circostanze, ma mi sbagliavo, anche se – senza malizia – me lo aspettavo.
Le prime, sporadiche uscite di alcuni Ministri della coalizione, manifestano infatti preoccupanti risvolti culturali su cui non è possibile tacere.
Sono da sempre convinto che i temi della cosiddetta bioetica non solo sono di importanza strutturale in politica, ma ne sono il fondamento, e ritengo pertanto legittimo non nasconderle; lo hanno fatto a più riprese alcuni esponenti del centro sinistra, ma altrettanto legittimamente mi sembra di dover dire di sentirmi un “antagonista politico”.
Il Ministro dell’Università e della ricerca scientifica on. Mussi, ha recentemente ritirato la firma dell’Italia dalla dichiarazione etica in tema di ricerca sulle cellule staminali sottoscritta nel 2005 da Germania Austria, Polonia e Slovacchia. Sui risvolti della scelta di Mussi è calato un immotivato silenzio, che riafferma una supremazia culturale della sinistra all’interno della quale il mondo cattolico è da tempo imbavagliato
Ritengo del tutto legittimo il pensiero di fondo che la sinistra sa esprimere con così provata efficacia; sono molto meno propenso ad accettare il silenzio dei cattolici all’interno della coalizione, sempre più indistinguibili in una “mescolanza antropologica” improponibile, soprattutto nella ipotesi (che io ritengo scellerata) di un partito unico del centro sinistra.
Questa è la mia preoccupazione. Se è vero che il centro sinistra rivendica una superiorità nel campo del Welfare, ha cinque anni a disposizione per dimostrarlo; io di certo non sto col fucile puntato anche perché non godo nel vedere affondare la barca in cui sono.
I segnali, tuttavia, dati da questa coalizione sono di tutt’altra natura, al punto che i temi dell’economia e i temi istituzionali (il referendum, ora, interessa davvero qualcuno?) sembrano in secondo piano, mentre mi sembrano evidenti i tentativi di aprire delle crepe in una società che ha sempre meno rispetto per la persona, protesa come è nel riaffermare un’etica del soddisfacimento dei desideri individuali.
Mi auguro che Bene Comune faccia sempre più riferimento al valore della persona come principio insostituibile, e rivendichi con forza la propria irrinunciabile identità.


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