Premesso che
– il problema dell’accesso all’acqua va assumendo una sempre maggiore importanza a livello mondiale in relazione all’enorme perdita di vite umane causata dalla sua mancanza;
– tale problema già nel quadro attuale, ma sempre più, in prospettiva, rappresenta se non affrontato democraticamente secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, una causa scatenante di tensioni e conflitti all’interno della comunità internazionale;
– lo stato disastroso delle risorse idriche mondiali, caratterizzato da fenomeni di sperpero, inquinamento e contaminazioni, può e deve essere invertito con un’assunzione di responsabilità da parte dei Governi e delle comunità nazionali e locali, volta ad assicurare ad ogni essere umano, attraverso investimenti pubblici e gestioni efficienti e democratiche, la quantità e qualità di acqua necessarie ed indispensabili alla vita;
– tra le cause delle modifiche intervenute nel ciclo naturale dell’acqua, vi è la forte diminuzione a livello mondiale della superficie forestale e boscosa, per effetto dell’urbanizzazione, delle moderne pratiche agricole estensive, dello sfruttamento economico del legname e delle risorse del sottosuolo;
– il modo con cui gli organismi politici ed economici internazionali intendono affrontare questo problema, attraverso l’apertura ai capitali privati, quindi alla mercificazione di un bene comune che rappresenta un diritto umano, è estremamente pericoloso per il futuro dell’umanità;
– che anche in Italia, ad oltre dieci anni dalla Legge Galli, permane una situazione di inadeguatezza del settore. Difatti i consumi domestici risultano notevolmente superiori a quelli medi europei, le perdite della rete di distribuzione sono a livelli estremamente elevati, si manifesta un diffuso abusivismo negli usi dell’acqua in presenza di una scarsa pianificazione degli stessi, la copertura territoriale dei servizi di fognatura e di depurazione appare decisamente insufficiente e fonte di inquinamento, che l’Italia è il 1° paese al mondo per consumo pro capite di acque minerale e di sorgente in bottiglia;
– che la situazione provinciale soffre delle stesse carenze di quella nazionale;
– che la tendenza alla privatizzazione porta ad un aumento esasperato delle tariffe a solo beneficio degli azionisti delle società di gestione. Per di più non essendo possibile la possibilità di offerta contemporanea da parte di una pluralità di aziende si realizzano comportamenti monopolistici a tutto svantaggio dei cittadini utenti;
– la tendenza all’aumento delle tariffe si è manifestata anche nella nostra provincia con, in aggiunta, aumenti applicati in maniera retroattiva;
– inoltre gli aumenti tariffari non tengono conto delle indicazioni legislative emanate per una equa redistribuzione dei costi. Difatti secondo la Legge Galli “nella modulazione della tariffa sono assicurate agevolazioni per i consumi domestici essenziali nonché per i consumi di determinate categorie secondo prefissati scaglioni di reddito” (legge n.36 del 1994 art. 13 comma 7). E’ stata disattesa anche la Legge regionale che obbliga l’AATO a determinare, modulare aggiornare le tariffe “prevedendo specifiche agevolazioni per le zone montane in rapporto alle fasce altimetriche e alla marginalità socio-economica” (L.R. 22.6.1998 n.18);
– che una gestione pubblica dovrebbe essere più rispettosa della quantità e qualità della risorsa acqua che anche nella nostra provincia manifesta situazioni di scarsità, dovrebbe contribuire al risparmio della stessa e non perseguire l’aumento del fatturato e dei consumi come mira a fare un’impresa privata, dovrebbe puntare al pareggio dei costi e non al profitto; puntare pertanto ad un contenimento nella crescita delle tariffe;
– che il processo di privatizzazione ha investito anche la realtà provinciale per cui i “privati” oggi detengono la maggioranza del capitale di Aspes Multiservizi;
– che da oltre un anno è stato firmato un protocollo d’intesa – tra Hera, il presidente della Provincia ed i sindaci dei comuni di Pesaro, Fano, Urbino – che mira alla costituzione di una società provinciale tramite incorporazione di Megas ed Aset da parte di Aspes Multiservizi. Iniziativa questa che si è prolungata oltre la durata dell’anno indicato nel protocollo d’intesa senza avere neanche prospettato le concrete modalità di realizzazione;
– che questa iniziativa ha mostrato dei limiti di democraticità non avendo coinvolto le volontà dei restanti comuni della provincia. Anche le trattative, tutt’ora in corso, non hanno fatto partecipe la comunità locale che non è stata informata del lavoro dell’advisor e del realizzato/realizzando piano industriale;
– che i sindaci non sono stati chiamati ad una decisione sulla “scelta della forma di gestione del servizio idrico integrato” come invece prevede è previsto nell’art. 3, comma 2, lettera d) dello statuto dell’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 1 – Marche Nord – Pesaro e Urbino;
– che appare necessario discutere questi aspetti in ambito di ATO;
Ritiene
Che l’acqua sia un bene pubblico indispensabile da proteggere
in nome della qualità della vita e della salute pubblica.
Che l’acqua per i bisogni primari sia un diritto di cui va garantita la disponibilità.
Che per realizzare queste finalità sia di ostacolo la privatizzazione della gestione dell’acqua.
Che sia preferibile mantenere pubblica anche la gestione del servizio idrico integrato.
Che pertanto si debba perseguire una realtà provinciale a totale partecipazione pubblica
per la gestione del servizio idrico integrato.
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione Comunale
– a comunicare l’orientamento di questo consiglio comunale all’amministrazione provinciale ed all’AATO n. 1 Marche Nord – Pesaro e Urbino;
– a richiedere la convocazione dell’Assemblea dell’ AATO al fine di discutere, insieme agli altri sindaci, l’opportunità di mantenere totalmente pubblica la gestione del S.I.I. L’assemblea di tutti i sindaci della provincia si riapproprierebbe pertanto della “scelta della forma di gestione del servizio idrico integrato” previsto nell’art. 3, comma 2, lettera d) dello statuto dell’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 1 – Marche Nord – Pesaro e Urbino;
– a farsi promotore nell’Ambito dell’Assemblea dell’AATO di criteri di maggiore equità e giustizia nella determinazione, modulazione aggiornamento delle tariffe.
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