Non ci sentiamo di condividere la posizione espressa da una associazione di categoria, ed appoggiata anche dalla Camera di Commercio, di ritornare sul potenziamento dell’aeroporto.
Noi di Bene Comune abbiamo sempre avuto su questo argomento una posizione chiara e soprattutto è la stessa che abbiamo indicato nel programma elettorale: siamo contrari al potenziamento dell’aeroporto ed a favore del parco. Questa posizione la riconfermiamo anche oggi e ricordiamo a tutti i risultati dello studio SVIM che bocciava la necessità di questo potenziamento sia ai fini di protezione civile che dell’emergenza sanitaria, e che non si giustificava neanche dal lato economico.
C’è poi un importante aspetto ambientale, che riguarderebbe la costruzione di una pista in cemento. Riteniamo che non si possa escludere la possibilità di inquinamento delle acque a causa dell’esistenza di una falda superficiale. Lo studio SVIM – che ipotizza la presenza di uno o più canali di collegamento tra fiume Metauro e i 5 pozzi dell’aeroporto – suggerisce di prevedere, fin dalle eventuali fasi di progetto, misure per minimizzare ogni rischio di inquinamento delle acque. ci poniamo inoltre il problema dell’inquinamento acustico. Qui lo studio ci appare carente in quanto i valori delle rilevazioni si riferiscono solo a decollo e atterraggio, senza prendere in considerazione le evoluzioni che nel caso di Fano, diversamente dai normali aeroporti, sono la componente principale di produzione del rumore. Inoltre l’asfaltatura non appare indispensabile per gli aerei che usufruiscono attualmente dell’aeroporto, ma diventerebbe invece necessaria per fare atterrare gli aerei a reazione. In questo caso, il problema acustico aumenterebbe sensibilmente.
Quello che ci preoccupa è la politica dei piccoli passi. Prima la costruzione del terzo hangar, poi la richiesta di potenziamento con la costruzione della nuova pista, e poi… cos’altro ancora?
La Camera di Commercio ed alcune associazioni di categoria (per la verità una piccola minoranza) si dicono disposte a trovare loro stesse le risorse economiche necessarie, ma chiamerebbero comunque in causa la Provincia di Pesaro ed il Comune di Fano il quale, se accettasse di assecondare il potenziamento, non potrebbe poi far mancare le risorse necessarie, visto che rimane un Socio importante della Società di gestione dell’Aeroporto. A questo proposito la triste vicenda dell’Aeroporto di Falconara non insegna nulla?
L’assegnazione di risorse comunali sarebbe per noi inaccettabile. Noi valutiamo tutto questo come uno spreco inutile, senza un adeguato ritorno per la città inteso come sviluppo economico dimostrabile. Oltre tutto appare incoerente in un periodo come quello attuale nel quale chi amministra lamenta carenza di risorse a disposizione, ed ha di recente aumentato le tasse. Noi pensiamo che Fano abbia al momento altre priorità alle quali indirizzare le risorse disponibili (scuole, servizi e strutture socio-sanitarie, interquartieri, ecc..).
Ci pare, come al solito, che gli interessi di pochi tentino di prevalere sugli interessi generali. Allora noi vogliamo rilanciare la proposta espressa già a dicembre 2004. Riteniamo che sia opportuno interpellare i cittadini con un referendum su due concezioni alternative in merito al futuro dell’aeroporto. La posta in gioco è troppo importante e, qualora si volesse procedere a un suo potenziamento, esso dovrebbe essere legittimato da un consenso generale esplicito. Invitiamo pertanto l’amministrazione attuale a “frenare gli ardori” di alcuni interessati e le forze politiche cittadine a collaborare per procedere in questa manifestazione di democrazia.
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