Solo primarie vere

Le primarie non sono il toccasana per tutti i mali, e non risolvono da sole tutti i problemi politici. In questi giorni alcuni partiti hanno già fatto delle ipotesi di date, e quel che è peggio ancora, hanno già fatto circolare anche delle ipotesi di candidati da sottoporre a questa consultazione di cittadini.
Visto che da più parti si è chiesto il nostro contributo, ossia che anche Bene Comune partecipi a questo processo di creare una alternativa all’attuale coalizione che ci governa, diciamo subito che per noi ci sono alcune condizioni prioritarie a qualsiasi collaborazione.
Innanzitutto che il percorso, nei tempi e nei modi, venga prima discusso insieme, dando pari dignità ad ogni forza politica, e poi fatto conoscere ufficialmente. Quindi ogni fuga in avanti rallenta – piuttosto che accelerare – il processo, perché necessità di ritornare su ogni esternazione per correggerne il tiro.
Secondo, i contenuti generali di una possibile alleanza, ossia i valori e le principali azioni conseguenti da mettere in pratica – con alcune rilevanti questioni (ambiente, sanità, beni comuni, ecc.) – devono ancora essere discussi e debbono diventare effettivamente condivise in modo convinto, e non solo in apparenza.
Terzo che le primarie siano il frutto di un percorso che veda prima la verifica sulla credibilità di una classe dirigente che dovrà poi portare avanti i valori scelti come caratterizzanti la coalizione stessa. E quindi, non è detto che occorra fare necessariamente le primarie.
Le elezioni primarie hanno un senso se utilizzate per consultare l’elettorato sulla scelta tra chi, all’interno di un gruppo di persone di alto profilo morale, culturale e sociale, ma di scarsa esperienza politica, possa essere designato a ricoprire l’incarico di sindaco.
E’ sicuramente un modo saggio per verificare il comportamento di persone, normalmente non “avvezze” alla attività politica, e di misurare il consenso che queste persone possano avere per ricoprire certi ruoli.
Esse possono essere utilizzate anche per “legittimare” una persona designata dagli apparati politici, ma non strettamente legata ai partiti, affinché possa avere un consenso ampio e popolare per essere poi formalmente designata al ruolo di Sindaco.
Le primarie non dovrebbero essere utilizzate quando un gruppo di partiti, che compongono una coalizione, mettono ciascuno in campo un loro esponente, e poi affidano alle elezioni primarie il compito di scegliere chi fra questi debba essere designato alla carica che dovrà essere ricoperta nelle successive elezioni. In questo caso scatterebbe comunque la corsa fra i vari partiti a far fare la migliore figura possibile al proprio candidato, con il risultato che si ricreerebbero i meccanismi tipici degli alleati in guerra fra di loro, che debbono pertanto misurarsi per un possibile primato, con la conseguente necessità di distinguersi.
Queste non sarebbero vere elezioni primarie. E’ chiaro che vincerebbe il candidato del partito più forte. Sarebbe solo una prova di forza, inutile e spesso anche dannosa per il clima che si creerebbe tra gli stessi partiti. E gli esponenti che si sottoponessero a tale prova sprecherebbero energie e risorse finanziarie che tanto varrebbe destinare alle vere elezioni.
Allora le elezioni primarie servono solo se si ha il coraggio di individuare persone provenienti dalla società civile, e non dagli apparati di partito, per formare la futura classe dirigente.


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