Mura imbrattate

Non vogliamo attribuirci il merito di averlo previsto! La nostra era stata infatti una profezia troppo facile quando tempo fa, dopo la ripulitura delle mura cittadine dalle imbrattature varie, avevamo detto che lasciare le mura incustodite avrebbe significato esporle ben presto a nuove imbrattature.
Sta di fatto che le mura medievali, un bene comune di rilevanza storica, sono di nuovo imbrattate. Ebbene, che fare? Quello che avevamo già chiesto, purtroppo invano: 1) sporgere immediatamente denuncia contro ignoti (potrà servire come gesto simbolico e segno di sensibilità, oltre che per favorire attività di indagine e controllo da parte della polizia, attività che invero potrebbero ed anzi dovrebbero anche prescindere da denuncia di parte); 2) disporre iniziative di controllo da parte della polizia municipale o, se questa non è in grado di farlo, di agenzie di vigilanza privata; 3) emendare ed inasprire in merito, se necessario, il regolamento della polizia municipale; 4) realizzare forme di videosorveglianza.
Ma, su tutto, vi è un punto di carattere culturale ed educativo che deve essere chiaro: scrivere sui muri non rappresenta né un libero esercizio democratico del pensiero né una forma di espressione di sé; rappresenta invece una forma di maleducazione civica ed un reato penale (il reato di danneggiamento, deturpamento e imbrattamento, ai sensi degli articoli 635 e 639 del Codice penale per i quali, fra l’altro, qualora si tratti di edifici pubblici o cose di interesse storico-artistico, si dovrebbe procedere d’ufficio anche senza bisogno di denuncia).
Con ciò, si vuole forse uno stato di polizia? No. Quel che si vuole è uno stato di diritto e la cura della legalità. I cittadini corretti non avrebbero nulla da temere; gli altri forse, ma giustamente!

Samuele Giombi
(vicepresidente Bene Comune)


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