Nessuna trattativa segreta e nessun tavolo parallelo a quello istituzionale (come ha ipotizzato il sindaco di Fano a proposito del processo di costituzione della società di servizi pubblici provinciale). Il nostro primo obiettivo – come Bene Comune – è sempre stato quello di scorporare la gestione del servizio idrico dalla nascente società unica provinciale dei servizi. Coscienti infatti che solo una società dedicata esclusivamente alla gestione del servizio idrico ne avrebbe conservato il carattere di strumento totalmente pubblico, fin dal 2005 abbiamo prospettato questa soluzione per non frenare una società unica provinciale, che per gli altri servizi ritenevamo opportuna.
La verità è che su questa opzione non siamo mai stati presi sul serio, tant’è che non esiste nessuno studio, né nessuna simulazione di tale ipotesi fatta dalle tre società: Aset, Aspes e Megas, e men che meno dalla Provincia. Neanche nel piano industriale per la società unica provinciale, predisposto da Hera Spa, c’è un cenno a questo riguardo. Anzi, l’acqua sembra essere una di quelle attività su cui Hera Spa ha molte idee in proposito. Idee giudicate non buone.
Pertanto l’idea avanzata da Carnaroli e – dice lui – condivisa da Ucchielli, riportata in un puro documento di intenti, non ha trovato seguito e nessun riscontro concreto in atti o progetti documentati.
Bene ha fatto pertanto Aguzzi a non far aderire in questa fase l’Aset alla nuova società provinciale. Riprova ne è il fatto che Bene Comune non ha votato la mozione del centro-sinistra che voleva stigmatizzare il comportamento del sindaco su questa mancata adesione.
D’altra parte se c’era una possibilità di scorporo della gestione idrica, questa sarebbe dovuta avvenire prima della fusione (dopo, si sarebbero sicuramente trovati mille cavilli per rimandarla e forse non farla più), e quindi avrebbe dovuto essere un oggetto concreto di trattative, per valutarne il peso economico, valutare le contropartite che Hera spa avrebbe voluto (e decidere se erano accettabili), individuare il nuovo strumento societario (sarebbe bastato anche un semplice Consorzio tra Comuni, anziché ricorrere ad una Spa).
Se oggi le condizioni per lo scorporo si fossero create, cosa di cui dubitiamo, chiediamo a Ucchielli di sottoporci un progetto concreto. In questo caso, condividiamo con Aguzzi, potrebbe essere riconsiderata anche l’opportunità di Aset ad entrare nella nuova società provinciale. Ma la prossima mossa, che chiediamo sia concreta e trasparente, spetta a Ucchielli (o chi per lui), altrimenti sarà stato uno dei tanti “racconti estivi” che pubblicano i giornali per farci passare il tempo sotto l’ombrellone.
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