Gentilissimi Signori, uomini di sinistra, improvvisamente, vi siete svegliati attivandovi perché le vostre città (città grandi) godessero di sicurezza.
Vi siete accorti dei lavavetri, della micro e macro criminalità, dell’immigrazione clandestina, delle vendite abusive, della prostituzione e avete deciso di dire basta, invocando il rispetto delle regole.
Gli abitanti delle vostre città hanno detto: finalmente, era ora. Non avendo altri strumenti avete invocato la legge penale, pensando di fare cosa giusta.
Il lato debole delle vostre recenti iniziative è il doppio passo che usate costantemente nei confronti dei cittadini che amministrate. Voi non invocate sempre legalità, ma sopportate molte illegalità sul vostro territorio, quando esse sono a beneficio degli abitanti “doc”: abusivismo nell”edilizia, nel commercio, nella pubblicità, nell’uso dei beni pubblici, nell’accoglienza etc.
Non controllate, come dite, il vostro territorio, ma sopportate (e alimentate) una diffusa legale illegalità. Siete molto prudenti o assenti nei confronti dei ceti che contano: diventate severi se i livelli di illegalità “disturbano” l’equilibrio dell’illegalità nostrana.
Le vostre città vivono e prosperano con l’apporto degli stranieri, italiani e non. Siete stati assenti nel garantire il rispetto delle regole per gli studenti fuori sede, per gli immigrati lavoratori, per i turisti, per le prostitute di infimo bordo.
Come sempre accade non avete iniziato dalla testa, ma dalla coda. Era più semplice sforbiciare gli estremi. Con le vostre iniziative vi ponete nell’antica tradizione della tutela dei benestanti: avrete consensi e il pensiero unico vi accompagnerà per le prossime amministrazioni.
Abbiate almeno il buon senso di non invocare giustizia, ma il diritto dei più a non essere disturbati. Così il prezzo della bottiglietta di acqua delle vostre città continuerà a salire nel prezzo; come il posto letto per lo studente fuori sede. Il costo dei parcheggi andrà alle stelle e le multe ingrasseranno le casse municipali. Gli immigrati lavoratori continueranno a vivere nelle stamberghe abbandonate e le prostitute povere avranno, finalmente, strade tutte loro. E se sono minorenni, pazienza.
Non occorreva essere geni per capire che i grandi movimenti di popolazioni avrebbero trascinato anche irregolari e delinquenti: avete invocato il libero mercato, lamentandovi poi delle sue distorsioni. Non si tratta di ingenuità,ma di furbizia. Non è esattamente la politica sociale che sognavamo: ma ogni sogno invoca speranza e a questa continuiamo ad appellarci.
Appello che don Vinicio Albanesi ha rivolto ai Sindaci di Roma Torino, Bologna e Firenze
Commenti
2 risposte a “Appello che don Vinicio Albanesi ha rivolto ai Sindaci di Roma Torino, Bologna e Firenze”
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Non vorrei sembrare retorico, ma aggiungo alle bellissime parole di Don Vinicio (che non ho la fortuna di conoscere) che sempre più spesso, ai margini della scena, si vive e si conosce se stessi attraverso le presenze complementari degli altri, tra i frammenti di una cronaca che diviene esperienza di un senso, di un andare e venire dell’esistere nello spazio vivo. Accanto agli affetti familiari, all’amore, all’amicizia, alla pietà, convivono la solidarietà e il rispetto per tutti coloro che conosciamo di meno e dei quali non dobbiamo avere paura. La paura scatena egoismi, chiusure fino ad arrivare ad atti di violenza inamissibili. Volere bene a uno, a mille, a tutti è come tenere una mappa nel vento. Non ci si riesce, ma il cuore ce l’hanno messo al centro del petto per questo alto, meraviglioso movimento.
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Caro don Vinicio ho avuto la fortuna di stringerti la mano alla “Cattedra dei non credenti” Fano qualche anno fa ..e te la stringo ancora … ti sento sempre vicino… non penso però che ci sia sempre e per tutti gli amministratori la determinazione di scegliere il peggio schierandosi con il forte, spesso anche loro, da povericristi, credo scelgano il male minore… comunque continuo a sperare cristianamente con te!
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