Giovedì 11 ottobre a Fano alle ore 21, presso l’aula magna dell’I.T.C. “Battisti”, incontro con Lidija Jusupova sul tema “La mia Cecenia – per non dimenticare Anna Politkovskaja”, su invito dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, gruppo Fuoritempo e Movimento Internazionale della Riconciliazione.
La Jusupova è avvocata dell’organizzazione “Memorial” a Grozny, capitale della Cecenia. Candidata al Nobel per la pace nel 2006, insignita nel 2003 del Martin Ennals Prize, il più prestigioso riconoscimento per i diritti umani, e nel 2005 del norvegese Rafto Foundation Award.
“La guerra in Cecenia non è finita. Ma si è trasformata in uno scontro interno, feroce e senza regole”. Nata a Grozny 44 anni fa, avvocato militante per i diritti umani, Lidija Jusupova lavora a Grozny per “Memorial”, la storica organizzazione moscovita per i diritti umani che oggi è una delle pochissime Ong rimaste in Cecenia. Più volte minacciata di morte per il suo lavoro in difesa dei civili ceceni vittime di abusi, lo scorso anno era tra i favoriti al Nobel per la pace. Lidija Jusupova sarà a Fano per ricordare il primo anniversario dell’ uccisione di Anna Politkovskaja, giornalista russa impegnata in tante inchiesta sulla guerra cecena. Dal 2002 segue i casi di persone detenute illegalmente: “Spesso sono trattenuti senza processo e senza prove, o con prove false e confessioni estorte con la forza (o la tortura) che sono accettate regolarmente nei processi”. Un fenomeno enorme ancor oggi, ma difficile da quantificare: “Viviamo in un sistema basato sulla paura, che schiaccia tutti. Quando qualcuno torna a casa dopo essere stato fermato e picchiato da ignoti, quasi sempre tace e vieta ai familiari di parlare, per paura di ritorsioni, molto frequenti”. Il silenzio vince anche quando per il rilascio è stato pagato un riscatto. Una situazione sconfortante per chi lavora proprio sulla legalità. Secondo Yusupova, in questi anni la situazione per molti aspetti è peggiorata: “Quando il potere era in mano ai russi, il controllo sulla Repubblica era parziale, perché ciascuno agiva per conto proprio: militari, forze speciali, servizi segreti, polizia. Ma fino al 2001, quando il contingente federale qui stanziato era enorme, nella popolazione c’era maggiore resistenza ai soprusi”. Oggi, invece, nella Cecenia “normalizzata” da Putin e consegnata al premier Ramzan Kadyrov, “la violenza viene da chi sta al potere, ed è quasi impossibile opporsi”. L’organizzazione Memorial ha già ottenuto diversi riconoscimenti internazionali per il suo lavoro a difesa dei diritti umani, come il Right Livelihood Award 2004 e la candidatura di Lidija Jusupova per il Premio Nobel per la Pace 2006. Lo scorso febbraio Memorial è stata nominata per il Premio Nobel per la Pace 2007 da un gruppo di deputati del Parlamento Europeo di sei Paesi: Gran Bretagna, Svezia, Estonia, Polonia, Lettonia, e Finlandia.
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