Antipolitica o voglia di buona politica?

La degenerazione della politica, ridotta a comitati d’affari e completamente autoreferenziale, non è una novità dei nostri giorni. Chi non ricorda lo sguardo perso nel vuoto, incredulo e smarrito del “mariuolo” Mario Chiesa, che usciva in mezzo a due carabinieri dal Pio Albergo Trivulzio nel febbraio del 1992? Da lì partiva Mani Pulite che mise impietosamente a nudo la realtà della politica italiana. Ma l’Italia è il paese del “Gattopardo”, cosicché in pochi anni tutto è tornato come prima. Il sistema ha inventato la fine della prima Repubblica e la nascita della seconda, nella quale quasi tutti i politici sono passati bellamente indenni, salvo Craxi che poi morì e Forlani assegnato ai servizi sociali. I peggiori sono confluiti quasi tutti in Forza Italia, qualcuno ha ricostituito spezzoni di partiti socialisti, diversi sono rimasti in partiti che hanno cambiato nome ma non pelle.
Nel Parlamento italiano c’è De Mita, in quello europeo Cirino Pomicino, Ugo Intini è sottosegretario di questo governo, De Michelis sta riorganizzando i socialisti e via di questo passo. Dei girotondini, dei fax mandati a centinaia di migliaia per chiedere buona politica, della Rete di Caponnetto, Fava e Dalla Chiesa chi si ricorda?
Impietosa fu allora la lucida analisi del senatore democristiano Paolo Berlanda che nel febbraio 1994 scriveva che “dal momento della liberazione si può dire che i ladri hanno cominciato ad organizzarsi; erano dei ragazzi interiormente generosi, magari provenienti dall’Azione Cattolica, i quali, trovandosi improvvisamente risollevati dalla miseria e dallo stato di precarietà dopo gli studi, non si lasciavano passare davanti fonti di finanziamento destinate al partito senza che qualcosa restasse attaccato alle loro mani appiccicose”.
Non c’è nessuna seconda repubblica, anzi la prima sembra degenerata ancor di più: non si può più scegliere neppure chi mandare in parlamento perché i partiti, grazie ad una infame legge elettorale che la destra ha voluto e che la sinistra non fa nulla per cambiare, ti propongono una lista bloccata da “prendere o lasciare”.
Una seconda spallata al sistema politico, corrotto e incapace di vedere i veri problemi del paese e dell’umanità, sta arrivando in questi giorni. Prima grazie al libro di Stella e Rizzo “La casta”, che ovviamente subito unanimi i partiti lo hanno ritenuto un esempio di qualunquismo e di antipolitica. Finalmente qualche giornalista decide che fare il pennivendolo a vita non è dignitoso ed invece che ringraziarli la “casta” politica, ma buona parte anche di quella giornalistica, insorge. Poi arriva Beppe Grillo con il suo V-day e si torna a parlare di antipolitica e qualunquismo. Ma Beppe Grillo, ormai da un paio di decenni, non solo denuncia puntualmente le malefatte di politici e affaristi, ma fa proposte politiche molto serie e importanti, la cui attuazione spetterebbe al parlamento che però preferisce occuparsi d’altro. Altro che antipolitica: l’attacco che Beppe Grillo porta al sistema politico è il contrario del qualunquismo, è il contrario dell’antipolitica. Chiunque prenda sul serio le denunce e le proposte di Grillo è spronato ad impegnarsi in politica di più e non di meno, a lasciare le comode posizioni da bar di chi critica e non si sporca mai le mani per candidarsi ed esporsi in prima persona. Le proposte di congelare gli aumenti delle indennità dei parlamentari e di rivedere il loro sistema pensionistico di per sé sono cose quasi insignificanti, ma sono il segnale di un panico che si sta diffondendo tra la classe politica. Occorre tornare a fare in modo che la politica non sia il comodo rifugio di chi vuole farsi strada e arricchirsi, ma lo scomodo luogo dove si serve il paese: se non riusciremo in questo, in politica ci troveremo sempre i peggiori.
Dunque c’è voglia di buona politica, non di antipolitica. Il passo successivo fatto da Beppe Grillo deve però portarci alla vigilanza: se prolifereranno liste civiche col marchio “Grillo”, è del tutto evidente che marpioni di ogni tipo ne approfitteranno per rifarsi una verginità ed entrare o rientrare in politica, e poco importerà che fino ad oggi la loro posizione su mille argomenti sia stata all’opposto di quanto va dicendo da anni Beppe Grillo. Se quanto avvenuto in questi giorni convincerà tante brave persone rimaste fino ad oggi alla finestra ad entrare in politica, noi non potremo che incoraggiarle: ma vigileremo affinché non sia l’ennesima operazione gattopardesca che cambierà tutto perché tutto rimanga come prima.


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