Non tutti gli imprenditori vogliono il potenziamento dell’aeroporto di Fano ed in particolare la costruzione di una pista in cemento per farvi atterrare aerei di tipo diverso da quelli attuali. Non lo vogliono quelli che, fedeli alle loro autentiche attitudini imprenditoriali, sono abituati a fare una previsione economica del “rientro” di ogni consistente nuovo investimento. Né quelli che ci tengono al fatto che il denaro pubblico venga speso nel migliore dei modi e a vantaggio di tutta la collettività. Infatti io penso che i veri imprenditori si saranno chiesti se l’investimento previsto per la nuova pista in cemento, che comporterà il passaggio di categoria dell’aeroporto, con conseguenti maggiori oneri di gestione (dogana, servizio antincendio, costi di manutenzione, nuovi dipendenti, ecc.), abbia una contropartita in ricavi dovuti ai maggiori servizi erogati ed all’eventuale indotto creato. Ma purtroppo nessuno ha ancora dimostrato che ci sia. Oltre a generiche dichiarazioni che prevedono uno sviluppo economico per il nostro territorio, non si è ancora visto un documento che ne dimostri concretamente il piano di fattibilità. Anzi, gli unici studi finora realizzati (vedi Svim – la Società di ricerche e studi della Regione Marche), dicono esattamente il contrario, ossia che non c’è convenienza economica a potenziare l’aeroporto di Fano.
Inoltre manca ancora chiarezza sulla provenienza dei finanziamenti necessari per tali investimenti. Né gli Enti pubblici hanno dichiarato disponibilità alla copertura degli stanziamenti necessari, né eventuali privati hanno concretamente esplicitato quali risorse metteranno in campo e da parte di chi. Parlare quindi semplicemente della “categoria” imprenditori credo sia fuorviante, perché noi siamo certi che la maggior parte degli imprenditori non sia interessata a questo potenziamento aeroportuale, ed in ogni caso essi siano abituati a ragionare su budget e previsioni economiche, e non su sensazioni o “presagi” di tipo puramente politico. Vorremmo quindi sapere chi sono, se hanno il coraggio di uscire allo scoperto, quegli imprenditori che credono “fideisticamente” in questa opera e quanto del loro denaro intendono rischiare in questa impresa.
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