Nel 2007 Bene Comune ha promosso una raccolta di firme a favore dell’acqua pubblica trovando alleanze in movimenti e altre forze politiche tra cui la lista civica La Tua Fano. Bene Comune conferma la validità di quel percorso. Nonostante a Fano il servizio sia in mano pubblica Bene Comune si sente il diritto/dovere e la responsabilità di valutare la reale effettuazione del servizio.
La Tua Fano non può pertanto dogliarsi delle argomentate critiche svolte da Bene Comune sull’effettuazione del servizio. Sulla scelte di Aset sono determinanti gli orientamenti del Sindaco Aguzzi e del presidente Giovanni Mattioli,, entrambi della suddetta lista civica.
Noi non abbiamo inteso solo stigmatizzato l’aumento delle tariffe dell’acqua che si confermano le più alte nella provincia e tra le più alte a livello nazionale. Abbiamo anche criticato la modulazione della politica tariffaria. In tale modulazione non abbiamo trovato traccia delle idealità del movimenti per l’acqua e delle previsioni contenute nel progetto di legge di iniziativa popolare per cui abbiamo raccolto insieme le firme.
Rispettando il quadro legislativo esistente, come ovvio, ci sarebbe stato però spazio per una diversa politica tariffaria.
La decisione assembleare dei comuni della provincia assunta in ambito AATO stabilisce infatti un livello medio tariffario senza indicare la modulazione della tariffa. Questa è lasciata alla decisione della società che gestisce il servizio idrico integrato, nel nostro caso l’Aset.
Si poteva realizzare ad esempio una fascia sociale, la prima fascia di consumo, con tariffa molto più bassa avvicinandosi al principio del consumo minimo vitale della proposta di legge. Si poteva modificare il concetto di utenza, introducendo in maniera generalizzata correttivi basati sul numero dei componenti la stessa.
Sulla tariffa media vanno poi ad incidere non solo gli investimenti ma anche i canoni che Aset si trova costretta a pagare al comune. Senza i canoni le tariffe sarebbero più basse. Canoni diversi da comune a comune in una babele determinata solo dalle esigenze finanziarie dei comuni. Canoni non solo da omogeneizzare (oggi Fano li ha ad esempio più alti di Pesaro e questo ha contribuito alla bassa valutazione di Aset al momento di trattare la fallita fusione) ma da abolire come previsto dal Codice Ambientale.
Infine un’ ultima parola sul mantenimento della proprietà pubblica che Bene Comune ha valutato positivamente, comportandosi di conseguenza in maniera coerente in consiglio comunale.
Quella decisione è rimasta a metà. Non è stata infatti inserita in una visione strategica di lungo termine. Non è stato mai detto nulla se si vuole mantenere Aset autonoma oppure cercare sinergie con altre realtà pubbliche della regione. Difatti non sono state effettuate scelte strategiche, gestendo piuttosto il quotidiano. Non è stato modificato lo statuto di Aset per definire la gestione “in house”. Anziché una sola azienda ci troviamo ancora oggi ad avere due società, Aset ed Aset Holding, create in passato solo nell’ottica della privatizzazione. Tutto questo con indubbia duplicazione dei costi finali a carico dei cittadini, i cosiddetti costi della politica che tutti a parole si dicono disposti a tagliare.
Una posizione come si vede serena ed argomentata e non assunta per logiche di contrapposizione politica che Bene Comune ha sempre cercato di evitare.
Paolo Tamburini
Presidente Lista Civica Bene Comune
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