Egr Sig. Sindaco,
nel corso di questi anni la Fano dei Cesari è quasi diventata una icona della spensieratezza del divertimento, nulla ho da eccepire in merito, ma lo spettacolo che mi rimane in mente e che desidero porre alla sua attenzione riguarda la sorpresa amara nel vedere tanti ragazzi che dopo una notte ”in bianco” vagavano, ubriachi, con volti storditi lungo le vie del mare e del centro.
Erano in tanti.
Per lunghi anni, non ne faccio mistero, ho criticato l’impostazione fortemente ideologica della precedente amministrazione che aveva stravolto persino il carnevale facendolo diventare da luogo in cui la satira era capace di unire e di divertire a luogo di contesa politica ed e di supremazia ideologica che non appartenevano alla tradizione popolare della nostra città; era persino stridente la presenza di un premio Nobel, bravo artista ma dai contenuti assai discutibili che mi avevano fatto sentire estraneo a una festa che ben conoscevo fin da bambino.
Mi è sembrato rasserenante tornare a riproporre momenti semplici e sereni di divertimento , che ho visto graditi da tante persone. Tuttavia, lo spettacolo che la città offriva nelle ore del risveglio mi sembra che in un periodo di emergenza educativa debbano preoccupare tutti ma in primis l’amministrazione comunale sponsor di queste iniziative.
Il disagio che ho provato nel vedere tanta desolante spettacolo che riguarda ”i nostri figli” mi impone queste poche righe perché avvenga un immediato cambio di direzione.
No a una ” cultura a senso unico” ma neppure la cultura dello sballo spacciato o spacciabile per divertimento e sponsorizzato da chi deve porre in atto strumenti di crescita della comunità cittadina e dei giovani in particolare.
Mentre si conclude la Fano dei Cesari in questo modo, a 200000 Km di distanza migliaia di giovani vivevano con tutt’altro spirito e certamente senza meno allegria la giornata mondiale della gioventù all’insegna di relazioni vere non solo per tutta la notte ma per una intera settimana. E’ possibile fare cose diverse per i nostri giovani che sanno gestirsi se trovano adulti capaci di proporre cose vere e non aprirgli le strade del ‘‘no limits”. Aiutare gli oratori o tutte le altre agenzie educative diventa fumo se, nei fatti poi vengono promossi quei momenti che culturalmente li svuotano di interesse.
Spero, onestamente di non vedere più uno spettacolo così desolante e di ripensare un divertimento a misura di persone e non da sballo.
Francesco Amaduzzi
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