Incredibili ed inconcepibili le reazioni di Del Vecchio , di altri componenti della giunta e della maggioranza di fronte alla crisi della nautica. Più volte nei dibattiti consigliari, mi spiace fare sempre la figura del grillo saggio, ma gli atti lo dimostrano, ho richiamato sulla fragilità di questa attività imprenditoriale nel nostro territorio,perché importata e con scarse radici tradizionali, poichè non rispondeva a richieste di manodopera locale, poichè induceva una forte immigrazione da creare , così violenta e rapida, non pochi problemi di carattere sociale. Ho anche sottolineato che non avrebbe risposto anche alle istanze di una professionalità avanzata, come oggi richiesta dai giovani fanesi in gran parte laureati o formati prevalenemente ad un terziario avanzato e costretti in molti casi ad “emigrare” in altre città se non all’estero. Dai banchi della maggioranza, ma anche della minoranza, si è più volte levato un coro di dissenso a queste mie parole, affermando che dietro alla cantieristica venivano a trovare risposte anche molte delle domande di lavoro dei giovani locali. Oggi l’Assessore Del Vecchio sembra fare marcia indietro ed afferma che se chiudono i cantieri non importa perché i lavoratori con professionalità non risentiranno della crisi. La verità è che la giunta sta navigando a vista, non ha mai espresso con chiarezza una linea politica organica e coerente su questo argomento. Sorrido su la tanto decantata e battagliata strada delle barche, a che servirà ora? Ormai il dato della situazione critica si legge chiaramente. Ci sono giornate che vedono al Centro per l’impiego 60/80 persone al giorno che sono state licenziate e cercano lavoro. L’amministrazione Comunale di Fano si è isolata, non riceve i sindacati, non ha una progettualità su come affrontare l’emergenza come sociale, basta vedere come naviga la Fondazione Fano Solidale e come Del Vecchio non ha un’idea di quello che sarà nei prossimi mesi il suo servizio. Continuano a delegare alla Caritas compiti di supplenza o meglio di mettere le pezze alla situazione ogni giorno più difficile.
Manca un tavolo di coordinamento, se fino ad all’anno scorso questo poi era un modo di galleggiare, ora andiamo certamente a fondo. Non eravamo assolutamente convinti, e continuiamo ad essere perplessi, sulle dimensioni che tale settore manifatturiero ha raggiunto nella nostra città, ma ormai, realisticamente , siamo in ballo e dobbiamo ballare; è ora che l’amministrazione si prenda le sue responsabilità e gestisca questa crisi affrontando le imprese avvertendole che non possono fare il bello e cattivo tempo, che c’è una realtà sociale ed amministrativa che in qualche modo in questi anni ha strutturato territorio, PRG servizi ed economie su una base che improvvisamente non può venire a mancare. Noi di BC crediamo più che mai che sia tempo di dialogare tra le forze politiche, le realtà sociali e sindacali per avviare un piano programmatico serio per la tutela dei lavoratori di questo comparto e per un’ampia strategia economico imprenditoriale nel nostro territorio.
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