In vista della manifestazione di domani, che spero sia una festa gioiosa, voglio sottoporre alla vostra attenzione una riflessione affinché una buona intenzione dia buoni risultati.
A mio avviso rispetto al problema delle ronde, come per tanti altri problemi di oggi, può essere pericoloso cadere nella tentazione di alzare “sorde” barricate; arrabbiarsi soltanto con tanta indignazione (come purtroppo mi capita sempre più spesso di fare) con un mondo che sta andando a rotoli. Mettiamoci piuttosto in un atteggiamento di ascolto per poi annunciare ciò in cui fermamente crediamo, con la speranza di mettere in evidenza le contraddizioni di questa società.
Dico questo perché qui la lotta non è contro una persona sconsiderata, contro un partito “pazzo”, ma piuttosto contro una mentalità, una cultura, un’aria che si respira con la quale sarà difficilissimo convivere.
Ritengo la situazione molto, molto grave, perché il delirio della paura sta contagiando tutti, e i mezzi di comunicazione, a cominciare purtroppo da quelli più diffusi, non fanno un buon servizio, perché vendere qualche copia in più o aumentare l’audiance è la loro principale mission (quando va bene).
Ha ragione chi a Bologna propone le “ronde del sorriso”, altrimenti, e non sto scherzando, l’alternativa è una bella psicoterapia collettiva di popolo, contro le paure e i fantasmi di cui siamo vittime.
Stamattina riflettevo sulle effettive differenze tra il senso di pericolo che viviamo oggi e quello di venti, trenti anni fa. E mi è venuto in mente non solo il clima politico che stavamo vivendo fatto di molotov, rapimenti, sparatorie quotidiane nelle grandi città, di i treni e stazioni che saltavano, ma mi sono venute in mente le tante persone come me che passeggiavano con l’autoradio sottobraccio, i deflettori rotti delle auto, le tante cabine telefoniche devastate, l’ansia di quando andavo militare a Roma, e dopo aver parcheggiato l’auto toglievo le spazzole dello spinterogeno per paura che me la rubassero. Poi magari mi capitava di trovarla senza le ruote…
Perché in quel periodo a nessuno sarebbe mai venuto in mente di parlare di ronde, in una situazione che a guardarla bene, diciamo la verità, era meglio di oggi solo nelle pubblicità televisive?
Leggendo, ascoltando la radio, i servizi televisivi, pare di vedere solo gente come ipnotizzata dalla paura. Sarebbe bello che bastasse un semplice gesto come quello del mago Silvan, uno schioccare le dita per svegliare tante persone da questo incubo collettivo. Ma purtroppo non è così semplice e i risultati sicuramente non saranno immediati.
Se da un lato questa mattina colgo con grande soddisfazione le prese di posizione di esponenti locali di Alleanza Nazionale che prendono le distanze dalle “Pantere verdi”, vivo invece con molta inquietudine il fatto che i più giovani esponenti politici di Forza Italia, che addirittura hanno una tradizione cattolica e di servizio alle spalle, facciano dichiarazioni che non rendono per niente giustizia alla loro intelligenza e al loro passato.
Auguriamoci un “rinascimento” delle coscienze, che non siano guidate dalla paura, ma dalla speranza. Di esempi belli da imitare in Europa ce ne sono tanti. Copiamo il governo svedese di centro-destra che destina le migliori scuole pubbliche e i migliori insegnanti ai quartieri più difficili. Copiamo la Francia per come cerca di affrontare il problema degli asili. Copiamo la Spagna, che già con il governo di Aznar è riuscita ad affrontare il problema di 700.000 zingari (non 130.000 come in Italia) nel rispetto della differenza e addirittura facendone un valore culturale, copiamo le piste ciclabili del nord Europa… e chissà quanti altri esempi da imitare.
E gli altri Paesi cosa desidereranno copiare dall’Italia?
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