Interventi recenti hanno criticato Bene Comune per l’alleanza stretta con la lista civica “Fano 5 stelle”. Come si concilia – si è detto – la volontà di BC di essere un partito cattolico rappresentante delle parrocchie e l’alleanza con i grillini che hanno talvolta criticato la gerarchia cattolica?
E’ allora opportuno fare chiarezza. Anzitutto, Bene Comune non è e non vuole essere né un “partito cattolico” né “rappresentante delle parrocchie”. Certamente molti responsabili di Bene Comune sono cattolici. Ma siamo consapevoli che la politica, a partire da motivazioni cristiane, resta comunque -ed anzi forse a maggior ragione proprio in virtù di queste motivazioni- un ambito assolutamente laico. Lo è infatti proprio per fedeltà all’Evangelo: a partire dalla distinzione fra Dio e Cesare alla quale l’Evangelo invita. Del resto, tutta la tradizione del cristianesimo (dai primi secoli sino al Vaticano II) va in questo senso, connotando in modo specifico la cultura occidentale di radice cristiana rispetto ad altre culture. Gli stessi fondatori sia del Partito Popolare del 1919 sia della successiva Democrazia Cristiana ne erano ben consapevoli al punto da definire alcuni “paletti” fondamentali che restano importanti ancor oggi per noi: la natura aconfessionale e laica dei loro partiti (che non hanno mai voluto come partiti “cattolici” ma come partiti “di ispirazione cristiana”, che traggono molti valori dalla dottrina sociale della Chiesa solo però nella misura in cui sono valori universali condivisibili o meno alla luce non della fede ma della coscienza e della ragione ed in cui possono quindi ritrovarsi anche non cattolici); l’assunzione di responsabilità in proprio e la rinuncia ad ogni pretesa di avere mandati ecclesiali e di rappresentare la Chiesa o tutti i cattolici; la ricerca di consenso da parte dei cittadni elettori non per i convincimenti confessionali ma per la bontà delle proposte politiche; la volontà di agire in politica non per difendere gli interessi della Chiesa, delle sue istituzioni o dei suoi uomini, ma nell’interesse generale del “bene comune”.
Ai suoi tempi Sturzo aveva una posizione molto laica e aperta. Egli, lungi dal difendere gli interessi della Chiesa, voleva essere intransigente sui valori, guardava al bene comune e per questo dalla Chiesa ebbe anche qualche ostacolo. Altri invece preferirono concordare sotto banco con la Chiesa leggi e provvedimenti di mutuo interesse, magari transigendo sui valori. Quante analogie con l’oggi!
Dunque, i valori in cui crediamo e le proposte che facciamo per molti di noi nascono certamente dalla condivisione del patrimonio della dottrina sociale cristiana, ma (seguendo l’intuizione sturziana sulla assoluta laicità e aconfessionalità dell’agire politico dei cattolici) li poniano all’attenzione politica in quanto elementi del tutto laici (condivisibili o meno alla luce della ragione e della coscienza, non della fede), assolutamente trasversali.
Tra di essi: la difesa della vita (con l’impegno per la prevenzione dell’aborto, secondo quanto la stessa legge 194 prevede a livello locale, e il riconoscimento del nascituro come facente parte del nucleo familiare in tutte le politiche sociali e fiscali del Comune); la valorizzazione della famiglia e della genitorialità (con un sistema di tassazione comunale e tutele su base non individuale ma del nucleo familiare); il valore della sussidiarietà (con la promozione delle realtà associative culturali, sociali, sportive); la solidarietà e la difesa dei cittadini a partire dai più deboli (cominciando con la totale eliminazione delle barriere architettoniche); l’applicazione in sede locale dei valori della pace e della cooperazione internazionale; la tutela dell’ambiente di vita (con la chiara fissazione di priorità della salute rispetto ad ogni investimento infrastrutturale aeroportuale, elettromagnetico, telefonico); la lotta ai potentati poitico-economici ed ai loro interessi di casta.
In quale polo politico avrebbero potuto trovare spazio adeguato oggi a Fano questi valori nella loro interezza e trasversalità? Crediamo in nessuno dei due. Si potrebbe obiettare che la politica non è mera affermazione dei valori ma ricerca concreta della loro praticabilità attraverso la mediazione. Questo è vero. Tanto che abbiamo anche incontrato le forze politiche cittadine per cercare assieme termini possibili di questa mediazione. Ma l’esito è stato troppo deludente e al ribasso. Alla fine abbiamo pensato che, nell’attuale situazione fanese, l’alternativa tra incidenza di governo e testimonianza di valori fosse un’alternativa ingannevole e che confluire all’interno di una realtà costituita avrebbe comportato probabilmente il guadagno di uno spazio di governo per noi, ma con il grosso sacrificio di venire fortemente ridotti negli ingranaggi di una troppo discutibile coalizione. Abbiamo preferito allora offrire un percorso autentico e libero di partecipazione politica a partire da valori e programmi (politici, non confessionali), per non far morire idealità e magari per costruire altre prospettive per il futuro, rifuggendo un’alternativa avvilente per dei cattolici democratici: capaci di parlare di vita e sussidiarietà, ma indotti a tacere su accoglienza e iniqui squilibri internazionali se stanno a “destra”; capaci di parlare di solidarietà sociale, ma spinti a tacere su vita e famiglia se stanno a “sinistra”.
Invece, con gli amici “grillini” abbiano ritrovato una significativa e bella convergenza sul programma che hanno predisposto per le prossime amministrative vicino ai valori che abbiamo accennato sopra. Il fatto poi che Grillo abbia potuto criticare iniziative di questo o quell’esponente della gerarchia vaticana non ci scandalizza. Non ci scandalizza perché la stessa maturità cristiana ci chiede di distinguere tra l’essenziale del cristianesimo e le diverse forme concrete della sua esperienza nella storia (che sono sempre criticabili). Non ci scandalizza perché sono le politiche locali quelle che andremo a decidere con le prossime elezioni. I comuni decidono la vita quotidiana di ognuno di noi. Cos’è più giusto: fare parchi per bambini o porti per speculatori, privatizzare l’acqua o mantenerla sotto il controllo comunale, avvelenare i cittadini con un inceneritore od avviare una raccolta differenziata, impostare la tassazione comunali sul quoziente familiare o sul singolo reddito individuale, ecc…? Questo ci siano chiesti e questo chiediamo agli elettori.
Speculare su questi temi a puro scopo elettorale è basso e meschino. Si limiti Neuman a dire che non è d’accordo sul nostro programma e lasci ad altri giudicare la nostra coerenza.
Questo l’intervista a Fano TV del 16 marzo 2009.
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