105 nuovi alloggi a Ponte Sasso, in bioedilizia. Oltre ad esprimere dubbi sul concetto di bioedilizia se limitato al solo utilizzo di tecnologie per l’energia alternativa (e ricordiamo che non esiste un regolamento comunale sulla bioedilizia), mi chiedo se una nuova, pesante edificazione fosse così utile a Ponte Sasso, dove negli ultimi 10/15 anni abbiamo assistito a un proliferare di nuove case, senza un evidente progetto globale.
Il risultato sono oggi numerosi appartamenti sfitti, altrettanti in vendita, ma soprattutto una viabilità impossibile grazie a lottizzazioni senza parcheggi, strade identiche a quelle di vent’anni fa, spazi verdi inesistenti, tutti concentrai al Centro Sociale: peccato che per raggiungerlo i bambini dovrebbero percorrere la Strada Statale, perché non esistono alternative meno pericolose.
E le famiglie che abbiano la possibilità, in questo momento di crisi per tutta l’industria della zona di Fano e Mondolfo, di acquisire uno di questi nuovi alloggi, si chiedano fin da subito quale asilo potranno frequentare i loro figli, considerato la costante carenza di posti negli asili comunali.
Se saranno molto fortunati accederanno all’asilo di Ponte Sasso (che definire inadeguato è il minimo: “chiuso” tra strada statale e depuratore, privo perfino degli spazi minimi per le manovre dei pulmini) o a quello di Marotta (i cui locali, di proprietà privata, sono concessi in affitto al comune): in alternativa asili privati (ormai saturi anche questi), baby sitter o nonni.
E per i più piccoli nessuna speranza: le amministrazioni fin qui succedutesi hanno evidentemente considerato Marotta e Ponte Sasso terreno buono per costruttori ed edilizia privata, ma non meritevoli e necessari di un asilo nido e non se ne parla neanche nei programmi per le prossime elezioni.
Roberto Logullo
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