Il welfare liquido di Fano

Il governatore della Banca d’Italia Draghi lo scorso 31 maggio nella relazione annuale ha affermato che “l’evasione fiscale è un freno alla crescita perché richiede tasse più elevate per chi le paga; riduce le risorse per le politiche sociali, ostacola gli interventi a favore dei cittadini con reddito modesti”.

L’assessore al Bilancio del Comune di Fano Severi protesta contro la manovra finanziaria promossa dalla sua stessa  maggioranza di governo e afferma: “così si liquida il welfare”. Questa lettura ci trova pienamente d’accordo. I tagli agli enti locali, ai comuni e alle regioni così come il rispetto di un iniquo patto di stabilità, hanno una ricaduta devastante sui servizi e sulle politiche sociali della nostra cittadina. Certo, eravamo abituati al taglio sistematico del fondo nazionale per le politiche sociali ma poi con un po’ di sforzo tra regioni e comuni si è riusciti in questi ultimi anni a tenere la “linea del Piave” della rete dei servizi. Avevamo iniziato un percorso virtuoso di costruzione dei Piani sociali di Zona (che indicano quali risposte sociali è importante attivare sul territorio), coinvolgendo gli enti locali, il volontariato, le imprese sociali, i sindacati.  Ci avevamo messo anni a ragionare insieme su  cosa servisse a Fano e su quali risposte concrete dare.  Ma poi tutto è stato messo in discussione.  Il nostro ambito sociale (un territorio fatto di comuni importanti, tra cui Fano), è rappresentato – in parte –  da soggetti politici che non  hanno sempre voglia di investire sulle politiche sociali. Riconosciamo loro, con eccessivo ottimismo, che si preoccupano del sociale, non sono mostri brutti e cattivi.  Ma – e qui sta il problema serio – non sanno come si declina un piano strategico, una politica di lungo respiro, come si usano in maniera intelligente e continuativa i fondi regionali, nazionali ed europei sullo sviluppo locale e l’inclusione, come si progetta per accedere a tali risorse. Come mai solo quando ci troviamo in sofferenza perché un parente anziano ha bisogno di assistenza a casa, o un figlio sta male ed ha bisogno di trovare un lavoro protetto noi cittadini capiamo quanto sia importante avere una risposta “sociale” e assistenziale?.

Oggi abbiamo chiaro che rischia di essere resuscitato il welfare caritatevole dello scorso secolo, con le dame di compagnia, con le società di mutuo soccorso, con chi farà un poco di bene per pietas, non per diritto. Ci aspetta la traversata di un lungo tunnel: come potremo far fronte, per esempio,  alla mandata di anziani non autosufficienti che dalle previsione dei dati statistici avremo moltiplicati per tre nel prossimo ventennio? Una cosa è certa: prepariamoci a decidere quali servizi possiamo mantenere aperti e quali chiudere, oltre che a come supplire a situazioni di grave disagio non più coperte dai servizi dei comuni.

Severi afferma che la manovra del governo Berlusconi è insostenibile e noi gli crediamo, anche perché è un amministratore competente e responsabile. L’urgenza di salvare i conti pubblici sotto pressione delle agenzie di rating è ineludibile.  Lo è però anche riconoscere una volta per tutte che  i timonieri di quel sistema finanziario che ha prodotto i guasti che abbiamo subito anche nel nostro piccolo – pensiamo alla crisi prodotta dalla bolla della cantieristica –  ci stanno lasciando dei prezzi sociali troppo alti da pagare. Ci si illude che il modello di questi ultimi decenni sia l’unico praticabile. Eppure aumentano i patrimoni in mano di pochi e diminuisce il potere d’acquisto e la ricchezza della maggior parte della popolazione: che ci sia un problemino serio di politiche redistributive, nel nostro Paese? Le misure di Tremonti vanno in una precisa direzione: quella di un sistema di welfare che garantisca esclusivamente ai più deboli un minimo di copertura alimentare con la social card. Crescita e decrescita ormai si rincorrono. Ma quel benessere interno lordo, quella qualità della vita che dipende dalla rete dei servizi sociali, educativi,  dai servizi per la salute, per l’istruzione, per la qualità dell’aria che respiriamo e dall’ambiente come possiamo agganciarlo? Dobbiamo correre dietro ad uno sviluppo che rilancia i consumi ma trascura i servizi? Possiamo campare meglio con tre televisori al plasma, i telefonini di ultima generazione, e delle macchine che consumano come carriarmati?  Ci servono altri centri commerciali, altre case da vendere, altre auto per intasare le strade?  Secondo molti di noi ci servono più diritti, più benessere per tutti e più attenzione per un territorio che deve recuperare la voglia di pensarsi come un territorio socialmente responsabile in cui, a vincere, non siano l’avidità o l’indifferenza, bensì il piacere di vivere insieme. –


Commenti

3 risposte a “Il welfare liquido di Fano”

  1. il mio non è un commento, ma vi informo sul seguente bando per contribuire, se è in vostro potere l’informazione dell’amministrazione (io non saprei chi avvisare essendo il sociale il mio settore), ad un miglioramento delle condizioni ambientali della città. Purtroppo scade presto – 30/6/10, ma mi pare che ne escano frequentemente essendo un obiettivo europeo

    MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – DIREZIONE GENERALE PER L’ ENEGIA NUCLEARE, LE ENERGIE RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA – VIA MOLISE 2 – 00185 – ROMA – (RM)
    FINANZIAMENTO: Programma Operativo Interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013. Linea di attivita’ 1.3 “ interventi a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili nell´ambito dell´efficientamento energetico degli edifici e utenze energetiche pubbliche o ad uso pubbliche”. Avviso pubblico alle amministrazioni statali, alle regioni, alle province, ai comuni ed alle comunita´ montane delle regioni convergenza per la presentazione di progetti da realizzare nell´ambito della linea di attivita’ 1.3 “interventi a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili nell´ambito dell´efficientamento energetico degli edifici e utenze energetiche pubbliche o ad uso pubblico”.
    Classificazione: FIN02
    LUOGO: ITALIA (AA)
    Responsabile procedimento: Dott. Claudio Genovese

  2. Avatar Antonio Colucci
    Antonio Colucci

    Vista la crisi nell’area dell’ex zuccherificio invece che stabilimenti produttivi vogliono fare negozi. Com’è che se si produce di meno si dovrebbe invece spendere di più?

  3. Avatar Alessio
    Alessio

    Ottimo articolo, condivido in pieno!