Questo dell’ospedale unico è davvero un percorso incomprensibile o meglio, la metto in positivo, spiegato male. Secondo l’assessore provinciale Minardi è: “una scelta irreversibile per migliorare i servizi sanitari e ridurre la mobilità passiva”. Allora mi sorgono alcune domande perché… “non ne capisco … la relazione”:
Primo, perché sono previste nuove spese per i nosocomi esistenti, cosa ci si farà di queste nuove spese se poi i beni dovranno essere alienati e quindi “demoliti”, cosa ne pensa la ragioneria di stato?
Secondo, perché non c’è nessuna programmazione di “eccellenze”, quali reparti “significativi” sono previsti per il futuro dell’ospedale unico?
Terzo, perché ancora oggi non c’è alcun progetto di riduzione dei “doppioni”, anzi recentemente sono stati coperti tutti i primariati vacanti dell’ospedale di Fano e di Pesaro, cosa vuol dire unificare? Chirurgia 1^ e 2^, ostetricia 1^ e 2^, medicina, radiologia ecc….ec….ecc… ?
Quarto, come si risolveranno le lunghe attese in “un” Pronto Soccorso se ora non ne bastano due?
Quinto, che ruolo un ospedale unico Pesaro-Fano se ora c’è la possibilità di un’unica organizzazione su area vasta, che coordina cioè gli ospedali di tutta la nostra provincia?
Sesto, nell’incontro congiunto dei consigli comunali in Provincia circa due mesi fa il dott. Ruta disse: se dovessimo mettere a posto i vecchi ospedali, sarebbero necessari sette milioni di Euro per Fano e dodici milioni per Pesaro (io pensavo il contrario comunque ….). Visto che le cose stanno così, facciamo l’ospedale nuovo che costa …. 180 milioni di Euro!!!!!!! se va bene) . Bella differenza 19 contro 180, non è proprio uguale. Se davvero le cose stanno così qual é il senso dell’operazione? “… perché l’edilizia deve essere adeguata”- Dice ancora l’assessore Minardi, come l’ultima eseguita a Fano!!???? (troppo facile e come sparare sul pianista)
Settimo, sempre dall’assessore Minardi: “…. per ridurre la mobilità passiva …”ma cosa vuol dire mobilità passiva? chi è che va fuori regione e perché? I numeri in Regione ci sono, perché si continua a generalizzare, sono migrazioni tutte dovute a mancanza di strutture, e allora sarebbe necessario programmarle o a mancanza di “competenze”, e allora sarebbe semplicemente necessario assume persone competenti?
Ottavo, a questo riguardo, si è fatto mai un inventario, reale! delle “competenze” presenti nel nostro territorio? E se queste rispondano alle esigenze della domanda dei cittadini?
Nono, sempre Minardi: “ …. per altro contrastata ( l'iniziativa dell'ospedale unico) dalla lobby Anconetana ….” Ed allora la lobby anconetana non vuole l'ospedale unico e noi …. gli facciamo il dispetto? Perché non lo vuole quest’ospedale, ci sarà un motivo, è per fare loro un dispetto a noi, per campanilismo o che altro?
Decimo, se poi con quest’aria di crisi i vecchi ospedali non si riuscissero ad alienare, (a Fano il comune riesce a vendere solo alla Fondazione carifano) chi paga i 180 milioni di Euro?
Quando avremo queste risposte, forse avremo le idee più chiare.
Carlo De Marchi –
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6 risposte a “Dieci domande all'assessore per capirci di più sull'ospedale unico”
Sesto, nell’incontro congiunto dei consigli comunali in Provincia circa due mesi fa il dott. Ruta disse: se dovessimo mettere a posto i vecchi ospedali, sarebbero necessari sette milioni di Euro per Fano e dodici milioni per Pesaro (io pensavo il contrario comunque ….). Visto che le cose stanno così, facciamo l’ospedale nuovo che costa …. 180 milioni di Euro!!!!!!! se va bene) . Bella differenza 19 contro 180, non è proprio uguale. Se davvero le cose stanno così qual é il senso dell’operazione? “… perché l’edilizia deve essere adeguata”- Dice ancora l’assessore Minardi, come l’ultima eseguita a Fano!!???? (troppo facile e come sparare sul pianista)
La risposta:
Torta + grande, fette + grosse!
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Quello che mi rende perplesso nell’operazione ospedale unico è la “necessità” di creare una sede unica. Così si finisce a parlare di edilizia, luogo da individuare, aree edificabili, cemento e non di salute pubblica. Invece alla gente interessa la qualità delle prestazioni sanitarie: medici di cui potersi fidare quando si hanno problemi sanitari. Si parli quindi di eccellenze da creare e si ripartiscano tra le due città lasciando le sedi attuali.
Suggerirei ai cittadini di paragonare gli interventi del Sindaco Aguzzi e quelli di D’Anna con questo di Carlo De Marchi. Mentre Aguzzi e D’Anna, che nulla capiscono di sanità, parlano di ospedale unico come se fosse la soluzione di tutti i mali della sanità (poco importa se uno è d’accordo purchè si faccia a Fano e l’altro è contrario perchè “giù le mani dall’ospedale di Fano”, De Marchi pone al centro la questione salute, di cui l’ospedale è solo un tassello. Unico o no, le vere questioni sono quelle poste da De Marchi, ma nessuno vuole, o sa, affrontarle. La demagogia ignorante impera.
Carissimo Carlo
Inutile fare 10 domande se l’interlocutore è sordo e sopratutto non vuole ascoltare.
Sicuramente ci sono degli sprechi nei due ospedali ma sicuramente con un ospedale unico (circa fra 20 anni finanziaria permettendo) le cose peggioreranno ed avremo un maggior disaggio dei cittadini.
Spendiamo delle cifre possibili migliorando i due ospedali.
Sopratutto non come la nuova ala dell’ospedale di Fano; io farei passare una settimana ai progettisti di questa nuova ala per far capire loro che quella progettazione va bene per un hotel turistico e non per un ospedale.
sicuramente gli appetiti di alcuni politici sono saziabili con una spesa di 190 milioni di euro che moltiplicxati per 3.14 si ottiene la spesa finale.
Ciao e grazie del tuo impegno Donato
10 domande …pungenti, in perfetto stile “apette”…mi ricordano tanto le ben più famose “10 domande a Mister B.” apparse sulla Padania nel ’94, mi sembra; e, come quelle, domande perfettamente legittime, e, proprio perciò, con alto rischio di rimanere senza risposta…
Perché spendere 180 milioni di euro, quando ne basterebbero 19?
Eh, perché?
Caro Carlo
Condivido i quesiti ma aggiungerei un undicesimo punto cosa ne sarà della medicina territoriale, dei distretti sanitari, delle strutture ribalitative, delle R.S.A ( di cui a Fano aspettiamo da anni la realizzazione), dei servizi domiciliari per anziani non autosufficienti ( che stando ai numeri saranno in costante aumento nei prossimi 20 anni) e tutto il complesso sistema socio-sanitario di prevenzione, dai consultori all’Umee, Umea, Sert ecc.