Il nostro no alla Nestlé penso sia chiaro: la Nestlé è stata duramente condannata da Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità per le sue politiche di marketing corresponsabili della morte di un milione e mezzo di bambini e al carnevale della nostra città non vorremmo vedere i suoi prodotti. Dare alla principale festa cittadina anche una valenza etica ha per noi una grande importanza civica.
Ci sorprende tuttavia la tesi di difesa che autorevoli esponenti della maggioranza hanno ribadito in questi giorni in una serie di dichiarazioni che illuminano chiaramente quanto in parte già espresso nella mozione presentata in consiglio.
Inaugura la serie il presidente del consiglio Santorelli: “Abbiamo proposto questa mozione per ridare la possibilità agli enti che organizzano il carnevale di reintrodurre questi dolciumi di qualità che sicuramente sono la peculiarità che fa conoscere il nostro carnevale in tutto il mondo”. I baci perugina? Davvero?
Continua il consigliere della Tua Fano Mattioli affermando che il boicottaggio della Nestlè ha “ricadute pesantissime sul Carnevale (…)E’ penalizzante verso il Carnevale di Fano e dunque verso i cittadini e gli spettatori che vi partecipano. ” (una tragedia insomma!)
Conclude Margherita Campanella, esponente de La Destra “Come ho più volte affermato, (il boicotaggio) si tratta di una questione puramente strumentale, che penalizza il Carnevale di Fano, la cui fama è dovuta in gran parte al copioso getto di Baci e Banane Perugina”
Buono a sapersi. Per il centro destra che amministra questa città la cosa di maggior valore del nostro Carnevale non sono i carri e i carristi…ma i Baci e le Banane Perugina. Un’ottima pubblicità davvero! E un riconoscimento a tutti coloro che hanno speso la loro vita per rinnovare negli anni il valore del nostro carnevale (spesso tra grandi difficoltà). Ora siamo convinti che queste persone prima di fare un comunicato pubblico o un video pesino attentamente le parole. Perché mai allora la difesa di Baci e Banane vale la delegittimazione del Carnevale e di tutti quegli attori che hanno davvero contribuito in questi anni a mantenerne viva la tradizione? Perché mai dimenticare i maestri carristi, la musica Arabita e quelle mascherate che davvero rappresentano la tradizione del nostro carnevale? Un semplice lapsus collettivo? O si tratta di una concreta volontà di sviare l’attenzione proprio dalla situazione non facile in cui si trovano da anni i carristi?
Immagine fonte kapirasongkritika
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