Negli ultimi tempi sono apparsi molti articoli sui quotidiani riguardanti la ferrovia Fano-Urbino. Il Corriere della Sera lo scorso novembre ha dedicato una pagina intera, denunciando un passato poco chiaro che ha portato alla chiusura della linea, e descrivendo alcune proposte dell’Associazione Ferrovia Valle Metauro, che da anni si batte perché la ferrovia venga ripristinata. Pubblichiamo con piacere una lettera che ci ha inviato Michele Mazza, consigliere della Associazionie FVM.
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Sono trascorsi 24 anni dalla “sospensione” al servizio della Ferrovia Fano Fermignano Urbino.
La sospensione al servizio viaggiatori merci, piuttosto che una definitiva dismissione, nel lontano 1987, era già un evidente segnale di poco convincimento o, più probabilmente un atto privato/politico che andava fatto digerire lentamente.
Molte cose sono cambiate da allora: il treno non è più visto come un mezzo di ripiego, ma il mezzo di trasporto pubblico per eccellenza.
Le prerogative di un trasporto pubblico in sede propria sono affidabilità e velocità, infatti, non è disturbato e non ostacola il traffico stradale.
Il treno dotato di grande capacità di carico, di coefficienti di inquinamento di gran lunga minori di qualsiasi altro mezzo , di facile intermodalità con mezzi ecologicamente sostenibili (leggasi biciclette), è attualmente visto come l’unica alternativa valida al trasporto su gomma.
Recentemente altre linee ripristinate hanno avuto un successo incredibile: Merano Malles, Bologna Vignola, Foggia Lucera.
Allora perchè, nonostante queste premesse, ripristinare la Fano-Urbino sembra una chimera?
Sono forse i costi? Da una comparazione con il capitolato della Civitavecchia Orte (83 km), altra linea che verrà presto ripristinata, la riattivazione della Fano Urbino (47km) costerebbe 40 milioni di euro: troppi??
Per la bretella di Urbino (3km) si sono spesi 76milioni di euro, per la 3 corsia autostradale sono stanziati 2400 milioni di euro, per la quadrilatero 2000 milioni di euro; a quanto pare i soldi per le strade si trovano.
Il problema quindi non sono i costi, ma, la volontà politica.
Rinunciare alla ferrovia Fano-Urbino, argomentando che verrà ricostruita in altra sede più che un illusione è una presa in giro: i costi per un nuovo tracciato diventerebbero insostenibili, e poi, perchè fare un nuovo tracciato??
La ferrovia ,attraversando i paesi, diventerebbe veramente una metropolitana; i flussi dei viaggiatori sono verso Fano, Urbino e Pesaro, quindi, pensare che una pista ciclabile possa essere, per i paesi dell’entroterra, una “bicipolitana” come qualcuno cerca di far credere, è un utopia, a meno che i lavoratori e gli studenti siano tutti campioni di ciclismo.
Una pista ciclabile di quelle dimensioni rappresenta una struttura utilizzata solo per particolari momenti dell’anno e della settimana: d’estate e di domenica; nessuna nega l’utilità delle piste ciclabili, delle quali io sono un arcigno sostenitore e utilizzatore, ma, rinunciare ad una ferrovia in un territorio densamente popolato e trafficato come la valle del Metauro in cambio di una pista ciclabile è una follia !!
Se mi sbaglio, qualcuno mi dimostri come i flussi di traffico stradale tra Fano e Pesaro diminuiranno adesso che è stata inaugurata la nuova pista ciclabile.
Le piste ciclabile: devono essere a complemento, a sostegno d’ infrastrutture di mobilità pubblica e non l’alternativa, altrimenti, diciamocelo chiaramente, nessuno rinuncerà all’uso della propria automobile.
Il turismo: il treno porta turisti che stazionano sul territorio, che vanno in alberghi, in bed and breakfast, che consumano in ristoranti: tutto il comparto ne beneficerebbe; la pista ciclabile sarà soprattutto uno svago per i camperisti, ma quest’ultimi ,economicamente parlando, non lasciano molto sul territorio.
Utilità sociale: anziani, portatori di handicap, indigenti che non possono permettersi l’automobile, vogliamo veramente relegarli a brevi passeggiate vicino casa mentre potrebbero scoprire un poco alla volta tutte le bellezze della nostra valle?? Il pendolarismo dei dipendenti del carcere di Fossombrone nonché le visite parenti dei detenuti, non sarebbero agevolati con la stazione a due passi??
Inquinamento, polveri sottili: ha senso che centinaia di pullman passino paralleli alla ferrovia (includendo anche il tragitto marotta fano pesaro ) rallentando il traffico stradale? Non sarebbe più opportuno che incrementassero il numero di corse nei luoghi più isolati??
Potrei scrivere tante altre cose: del DPR 753/80 che salvaguardia una fascia di rispetto adiacente alla ferrovie, dell’accordo stato regione sulle infrastrutture (6 marzo 2009) , della delibera provinciale 15/2009 (30.03.2009), dei costi delle piste ciclabili vere (non tavoloni di cemento appoggiati sui binari) realizzati su ex tracciati ferroviari, degli attraversamenti in sicurezza, della messa a norma gallerie, dei sottopassaggi, dei passaggi a livello, del prestigio del territorio, di Urbino patrimonio dell’Unesco, ma, voglio concludere ironicamente, con un proverbio lucano: “Lu quazz ca’ nun vol fott ric’ ca’ trova gli pil p’nnand”. perchè chi è contro il ritorno del treno nella vallata del Metauro troverà sempre delle scuse.
Michele Mazza consigliere FVM
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