Ospedale si Ospedale no! ma davvero con l’ospedale unico si risparmia? Perché questo non sarebbe possibile con un’accurata amministrazione di due strutture? E’ questione di contenuto o di contenitori?
Quali potrebbero essere i criteri per un processo amministrativo virtuoso? Proviamo a vedere!
Ecco dieci spunti di riflessione !
1)Prima questione certamente dirimente, se per ora ogni reparto resta doppio tra Fano e Pesaro, perché poi, improvvisamente dovrebbe esserne sufficiente uno? Non si potrebbe procedere sin d’ora a una “selettiva riorganizzazione” dei reparti? Già ma né Pesaro né Fano vogliono perdere reparti! E guai tra Primari mettersi d’accordo!
2) Un tema che necessiterebbe un’ampia discussione, magari anche con gli operatori sanitari, è l’organica suddivisione delle varie attività? C’è un piano vaghissimo, per altro incomprensibile e direi anche sconclusionato! Per esempio perché mai a Fano dovrebbe esserci l’unità terapia medica intensiva neurologica e a Pesaro l’unità di chirurgica neurologica? Non sarebbe più funzionale unirli nella stessa struttura?
3) Non trascurabile il concetto di vicinanza? Un’organizzazione coordinata dei due nosocomi garantirebbe una riduzione dei costi e nel frattempo permetterebbe una maggior vicinanza ai cittadini. Che servizio potrebbe avere il territorio a sud del Metauro se si prevederà un ospedale a Mombaroccio o ancor peggio a Fosso Sejore? Perché poi rinunciare al fatto di coordinarsi anche con Urbino? L’area vasta provinciale sarà un riferimento per il territorio, perché non potrebbe esserlo anche per gli ospedali? Urbino possiede competenze di “eccellenza” di cui Fano e Pesaro potrebbero usufruire, lo abbiamo già fatto in questi anni con successo! E perché no anche Pergola e Fossombrone e Cagli. Sono strutture che potrebbero essere buoni supporti di rete territoriale anche per interventi in Day Surgery.
4) Altra questione è quella della dimensione degli ospedali: E’ documentato da numerose ricerche che un ospedale con più di 400 letti non mostra alcun vantaggio economico rispetto a due di 250 e nello stesso tempo peggiorano le dinamiche di relazione e di umanizzazione del servizio.
5) E’ assolutamente vero che bisogna concentrare alcuni servizi! Un intervento e/o una prestazione sanitaria saranno tanto più efficaci quanto maggiori saranno le prestazioni eseguite. Inutile cioè pensare di operare 8 tumori di un determinato organo a Fano, 8 a Pesaro ed altrettanti ad Urbino, ideale sarebbe operarne 24 nello stesso centro. Questo si potrebbe fare si d’ora scegliendo il personale con e per le dovute competenze già presenti nei vari nosocomi, anche ridistribuendo le equipe!
6) Una buona rete di servizi territoriali di prevenzione, diagnosi e riabilitazione garantirebbero di spogliare gli ospedali di un sacco di orpelli e renderli più agili e fattivi e non farebbe avvertire quella mancanza di assistenza così sentita nelle interviste recentemente pubblicate.
7) Qualsiasi iniziativa non può essere occasionale ma deve tener conto di un’analisi attenta delle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche. Le scelte delle prestazioni sanitarie di un certo territorio devono essere conseguenti a fattori ben studiati e documentati quali l’età della popolazione, le malattie prevalenti, ecc …, spesso invece sembrerebbe che a guidarle siano “le emozioni” degli amministratori.
8) Perché non prevedere la possibilità della mobilità delle Equipe piuttosto che dei pazienti. Questo dove le prestazioni sanitarie non esigano strutture e tecnologie avanzate, che ovviamente, vanno invece centralizzate in un solo centro Provinciale.
9) E’ impensabile oggi escludere in qualsiasi programmazione sanitaria un principio di continuità tra ospedale territorio (cioè tra le prestazioni erogate in ospedale e quelle nel territorio) Aver separato amministrativamente i due percorsi è un passo indietro e si crea più disagio ai malati.
10) Il concetto di Ospedale azienda spesso moltiplica le prestazioni e gli interventi, ma non equivale necessariamente a salute (vedere per credere ciò che sta succedendo in alcuni ospedali, dove medici sono stati considerati colpevoli per interventi non necessari)
La parola “magica” sarebbe “Integrazione selettiva”, ma questo richiede coraggio e libertà politica, più facile “la moltiplicazione occasionale”.
Concludendo c’è tanto per far funzionare bene i due Ospedali, proceda pure la possibile costruzione di un nuovo ospedale, se ha le gambe e se ci sono soldi da spendere, ma quello che si può fare sin d’ora facciamolo con quello che abbiamo, e non è poco!!!
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