Il dibattito sull’intervento del l’assessore Mancinelli continua ad avere strascichi che di volta in volta si caricano di nuove questioni. Mi sembra che tre siano gli ambiti emersi nel dibattito. Una prima questione riguarda specificamente la manifestazione Monnlight su cui l’assessore ha, secondo me, condivisibile o meno, un’idea chiara. Il problema è che non l’ha espressa chiaramente, lo poteva fare, ma ha preferito, a nostro parere, inopportunamente evitare direttamente l’ostacolo, tirando in ballo questioni che hanno sparigliato le carte, ovviamene sarebbe stato molto meglio l’avesse esposta direttamente. Una seconda questione, è il dibattito aperto sulle politiche culturali dell’amministrazione. Per esplicitare subito la nostra idea ci sentiamo di confermare quanto come BC abbiamo più volte affermato e chiaramente scritto , secondo noi un programma culturale amministrativo deve porre una particolare attenzione alla cura dei beni monumentali, quale risorsa turistica, come patrimonio culturale e sociale di una comunità. Potete ben capire, con l’aria che tira a riguardo dell’anfiteatro romano ( cementificazione??!!), quale può essere in nostro umore!! Un terzo argomento che mi sembra rischi di passare , invece, in secondo piano, anche se puntuale ed interessante è stato a dire il vero l’intervento di Beniamino Cinti, è il tema da cui è sorta tutta la diatriba, la questione del libro sulla tossicodipendenza e tutta la questione della tossicodipendenza. L’infelice, secondo me, uscita della’assessore Mancinelli ha infatti paradossalmente un merito: aver offerto all’attenzione pubblica il problema della tossicodipendenza e delle modalità di approccio al problema nella nostra città. Da troppo tempo nella nostra comunità si da per scontato che questo fenomeno sia in regressione o che comunque non abbia più i significati di anni fa. Questo succede perché hai nostri occhi non appaiono più quei gruppi di giovani, chi non ricorda i “fontaneros”, presenti insistentemente nei luoghi pubblici della città. E’ scontato rilevare invece che Il problema è ancora molto presente, ne abbiamo avuto conferma anche nei dati esposti da Cinti . Può aver cambiato alcuni connotati, ma essersi nascosto, o forse meglio averlo nascosto, ai nostri occhi, non toglie che esiste una grande frangia di disagio adolescenziale e giovanile , anche nella nostra città, che cerca risposte nell’uso di sostanze. Non mi sento, l’ho già detto, di condividere il parere di Franco Mancinelli cittadino e insegnante, sia nel metodo sia nel merito, riguardo al ruolo che può avere chi da questa esperienza ne è venuto fuori, ma so anche che abbiamo bisogno come città di fermarci e riflettere, confrontare le nostre esperienze con apertura e coraggio, consapevoli della necessità di dover comunque trovare sempre nuove risposte ai vecchi come ai nuovi problemi. Negli anni ottanta i problemi posti dalla associazione di genitori coinvolti nel problema, trovò una risposta concreta e tangibile nella amministrazione comunale che si impegnò immediatamente alla costituzione, nel nostro territorio comunale di una Comunità terapeutica, a San Cesareo, quella che ancor oggi è gestita dalla coop Aurora. Anche oggi siamo chiamati a porre iniziative concrete. E’ per questo motivo che più di un anno fa avevamo promosso in consiglio comunale una mozione con cui dibattere quella che noi chiamiamo “Emergenza educativa” , nella speranza che questo avrebbe permesso di individuare e di capire il mondo dei giovani e degli adolescenti di oggi e, di conseguenza, elaborare eventuali progetti di incontro e prevenzione . Purtroppo allora la mozione non richiamò l’attenzione della maggioranza dei consiglieri. Oggi spero, che dopo i fatti accaduti in questi giorni, l’attenzione sia maggiore e consenta di cogliere l’occasione di questi dibattiti, per un confronto che individui percorsi operativi e possibilmente politici per affrontare questo importante problema sociale.
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