Sarebbe interessante se qualcuno scrivesse una storia sulla Fano che poteva essere e non è stata. Dietro alla retorica ‘della terza città delle Marche’ si nasconde in realtà la storia di un fallimento.Non abbiamo la certezza che Fano sarebbe oggi potuta essere una cosmopoli di respiro europeo. Di sicuro le scelte di piccolo cabotaggio delle ultime amministrazioni hanno contribuito ad assicurare a Fano per i lustri a venire un destino provinciale e di farne una città culturalmente marginale, schiacciata nel turismo tra la Riviera e Senigallia, in cui il successo si misura con i servizi su Studio Aperto o i collegamenti a “Quelli che il calcio”. Vale però la pena ricordare che appena quindici anni fa esisteva una Fano che, senza troppi rumori, era sulla bocca di tutta Italia e mezza Europa. Partiamo da un compleanno che si sarebbe dovuto festeggiare con la banda e le fanfare e invece si è preferito lasciare in silenzio, quasi fosse un funerale.Venti anni fa nasceva infatti a Fano il progetto “La Città dei Bambini”. Oggi è un progetto di respiro mondiale che ha spostato altrove, con la benedizione delle ultime giunte fanesi, il suo centro operativo (potete consultate il sito: http://www.lacittadeibambini.org). Se Fano avesse deciso di investirvi sarebbe uno dei centri di pedagogia più importanti d’Europa.Lo diciamo senza retorica. In un recente ciclo di puntate dedicate al progetto “Città dei Bambini” dalla trasmissione “Passioni” di Radio Tre, la parola “Fano” ricorreva ancora spesso per via dell’autorevolezza acquisita come città pilota. A questo va aggiunto che Fano Città dei Bambini nasceva in un contesto culturale e progettuale di grande effervescenza.
Non tutto è in realtà perduto. Servirebbe però una virata immediata per rilanciare la città, che rimetta al centro la Città dei Bambini, sostenga in maniera decisa il Centro Studi Vitruviano e dirotti risorse per una formazione europea del personale amministrativo. E chi vede i costi non scorge che è il tempo finora perduto ad essere costato a Fano un patrimonio in finanziamenti, turismo e opportunità lavorative”. i giovani di Bene Comune
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