Siamo sorpresi e preoccupati della decisione che ha assunto la direzione generale di Marche Nord di sospendere le attività chirurgiche programmate per circa un mese.
Secondo le logiche dell’aziendalizzazione, che certamente noi non abbiamo mai auspicato, sembrerebbe incomprensibile che un’”azienda” di fronte a “ordinativi”rinunci a potenziali “entrate” . Ma a noi non è questo che preoccupa. Il nostro pensiero va invece ai numerosi cittadini e cittadine messe in ulteriore ansia per l’attesa di un intervento che gli è stato prospettato da mesi il cui rimando è interpretato come un possibile problema. In effetti le cose sono due o gli interventi non sono necessari ed allora è evidente che prima di inserire dei pazienti in una previsione di intervento è assolutamente necessario valutare l’appropriatezza della proposta terapeutica, ma se sono necessari, benché non urgenti, credo una risposta vada data in termini assolutamente ragionevoli . Al dì là degli slalom degli amministratori resta il grosso problema di chi attende un intervento e di non sapere mai con certezza quando verrà chiamato/a. E’ un aspettando Godot (come non riferirsi alla famosa opera teatrale di Samuel Beckett ) infinito pieno di domande ed incertezze, accompagnato dal disagio legato al disturbo lamentato che continua molte volte ad incidere nella qualità della vita di una persona.
La domanda che BC si fa è : non doveva essere una risorsa unire due ospedali? Perché non riesce ad essere la somma di due potenzialità? Noi pensiamo purtroppo che l’integrazione dei due ospedali sia più sulla carta che nella pratica sanitaria, dove avvertiamo ancora una certa competitività . Dare una continuità assistenziale sarebbe possibile integrando le attività dei due nosocomi facendo interagire le varie equipe, utilizzando le risorse logistiche, tecnologiche e del personale delle varie U.O.C. dei due ospedali in maniera complementare. Non è un processo spontaneo chiedere questo a reparti, che fino a qualche tempo fa erano invece stimolati alla competizione fra loro. Bisogna vincere e superare resistenze che nel personale sanitario è presente da tanto tempo. Non sono iniziative che si possono avviare con una navigazione a vista ma esigono una rotta preparata accuratamente, coraggiosa e senza condizionamenti dove l’unico interesse deve essere centrato sulla persona bisognosa di salute
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