C’è chi in 50 anni (lasciamo la fase post bellica fino inizio anni 60) ha oggettivamente distrutto una nazione con un sistema che ha visto come metodo di gestione politica il “consociativismo dei partiti”, qualcuno li ha chiamati casta, io mi sono permesso di chiamarli oligarchia, possiamo dire: volti alla spartizione dei vantaggi economici e sociali del potere, qualcuno si scandalizza? Si è venuto a creare negli anni cioè una rete di relazioni, tra potere politico, imprenditoria, ultimamente anche alcune frange economiche del terzo settore, sistema bancario e finanziario, basata su un rapporto di amici, degli amici, degli amici, degli…………. Questo sistema ha visto fasi sucessive: in un primo periodo ne fu perno il PSI che governava il paese con la DC e le amministraioni locali con PCI. Questo sistema ad un certo punto, dopo aver creato danni al paese, oltre a ruberie ecc….. è saltato. E’ seguito un sistema fatto di una finta alternanza, dove chi doveva, non solo non è riuscito a darsi quelle regole che dovevano consentire il superamento degli elementi critici su si era costruito, anzi persistendo le incongruenze, ha finito per rafforzarlo. L’inaccettabile conflitto di interessi che ha sempre riguardato la presenza di Berlusconi, la responsabilità di DS, Margherita e soci di non aver mai affrontato questo problema, così come il fenomeno della corruzione, mai tolto dal nostro sistema politico, e le sistematiche leggi ad personam della destra ne sono i più classici esempi.Ora si vorrebbe che in una settimana, tutto si possa risolvere con una sommaria e generica fiducia che , viste le nostre esperienze, non da per altro alcuna garanzia di vera attenzione e rispetto dei programmi del movimento. Ora si vuol far credere che l’eventuale rifiuto possa essere ritenuto causa di tutti i mali, passati, presenti e futuri!!! E’ veramente incredibile!. Si fa riferimento a responsabilità civili, ma dove erano le responsabilità civili quando i partiti, mettevono a terra il paese. Ci troviamo di fronte ad un lungo processo, c’è la necessità di far sedimentare e crescere esperienze, valori , metodi oggi sconosciuti al “sistema” ( qualcuno negli anni d’oro la chiamava partitocrazia, peccato sia passata di moda). Ma davvero di fronte alle mille elucubrazionidei vari giornali nazionali sulla democrazia del M5S, pagate, come oggettivamente qualche autore, da un”certo padrone” ed aggiungerei da tutti noi ( famigerato finanziamento dei giornali) è difficile rimanere indifferenti.
Spero che si comprenda che non è con manovre ed alchimie da bilancino di farmacista, che può avanzare una nuova politica, ma con rapporti autentici di tutte quelle persone che sanno ed hanno voglia di ritrovarsi e lottare per iniziative comuni.
Si tratta di replicare la strategia utilizzata in occasione della clamorosa vittoria dei referendum del 2011. A quell’epoca l’importante posta in gioco era di salvaguardare l’acqua dalla privatizzazione e la salute dall’energia nucleare: la scelta vincente del comitato promotore è stata quella di “tenere in secondo piano” i partiti tradizionali. Il risultato è stato quello di infiammare i cuori e di attivare i cittadini/e e migliaia di gruppi su un problema concreto. Capisco la difficoltà di chi vede ogni strategia in una logica di “potere”( ……quando il Movimento Cinque Stelle avrà finalmente preso il potere……è scritto in un articolo di Repubblica) e non di condivisione e compartecipazione.
Non so come si concluderà questa prima fase, ma il processo continua, 26.130.637 cittadini hanno votato a favore della tutela dei beni comuni come diritti non commerciabili senza bandiere di sorta, senza logiche se non il bene delle persone e del paese. Chi non comprende questo percorso continuerà a sbattere caparbiamente contro un muro.
Carlo De Marchi
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