Mercoledì 22 ci sarà un incontro di ascolto/dibattito sulle politiche sociali.
Questa esigenza di dialogo è nata in seguito all’incontro di Sabato 11 Gennaio, ricco di stimoli e di spunti. I video di questo incontro sono visionabili in questa pagina.
Questo testo vuole essere una sintesi di spunti, da cui ripartire Mercoledì sera. L’appuntamento è alle 20, con cena veloce con “la gluppa” (ognuno porta qualcosa da condividere) e poi chiacchierata.
Vi aspettiamo!
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SPUNTI PER RIPARLARE INSIEME DI POLITICHE SOCIALI
Il sociale è’ una della FUNZIONI FONDAMENTALI che la normativa vigente assegna ai Comuni
La SITUAZIONE ATTUALE si presenta particolarmente difficile : la crisi economica ha provocato un drammatico PROBLEMA OCCUPAZIONALE (non solo dei giovani, ma dei padri e delle madri di famiglia), che ha avuto come conseguenze l’IMPOVERIMENTO della popolazione e l’accentuazione emergenziale del DISAGIO ABITATIVO
Il COMUNE non ha la bacchetta magica,ma deve farsi carico – per competenza e quale Ente naturale di riferimento del cittadino – del PROBLEMA SOCIALE, dandogli la precedenza nella scelte di bilancio.
In parallelo all’aumento vertiginoso del disagio sociale, si è assistito negli ultimi anni ad un vergognoso arretramento dello STATO, che ha praticamente azzerato coi Governi di Centro-destra il significativo Fondo nazionale dedicato istituito con la Legge 328/2000, legge di riforma dell’intero sistema sociale italiano.
La REGIONE viceversa si è fatta carico del problema,non dismettendo le proprie risorse economiche, ma non potendo più trasferire ai Comuni la parte loro spettante del finanziamento statale suddetto.
Molto opportuna sarebbe al riguardo la scelte del REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO proposto a livello nazionale dal Movimento Cinque Stelle come sussidio concreto di 6oo euro mensili per le persone adulte disoccupate. Se non diventa -come è auspicabile- scelta nazionale, si potrebbe proporre come progetto-pilota del Comune, magari sostenuto dalla regione tramite fondi europei.
Dato questo quadro, è indispensabile avere chiaro il problema, farlo diventare centrale rispetto alle politiche del Comune e alle relative scelte di bilancio, ottimizzare le risposte. E’ evidente che la vastità del problema stessa fa sì che esso investa non solo i Servizi sociali propriamente detti, ma tutta l’azione politica del Comune, in particolare le scelte riguardanti lo SVILUPPO ECONOMICO della Città,la FISCALITA, l’URBANISTICA.
Nello specifico dei SERVIZI SOCIALI molto si può e si deve fare. Cinque sono gli ASSI FONDAMENTALI su cui agire per rilanciare il settore:
1) INTERAZIONE CON L’AMBITO TERRITORIALE SOCIALE
La Legge 238/2000 ha stabilito che la programmazione e parte della gestione dei servizi sociali dei Comuni avvenga a livello territoriale intermunicipale. Di qui sono stati istituiti nelle Marche gli Ambiti Territoriali Sociali.
Fano ha sottovalutato questa opportunità, non svolgendo il proprio fondamentale ruolo di Ente capofila sia a livello politico sia a livello tecnico-professionale, situazione assolutamente da recuperare anche in considerazione del fatto che i finanziamenti regionali (e quelli nazionali se torneranno, come sembra) vengono assegnati e gestiti ormai solo a livello d’Ambito.
Inoltre l’Ambito – per motivi probabilmente di mero calcolo elettorale – è stato “disegnato” del tutto impropriamente, attraversando l’intera provincia dal mare di Fano fino al monte di Serra S.Abbondio (unico caso in Regione) e omettendo invece l’intera vallata del Metauro, che più naturalmente coopera con la nostra Città. Bisogna subito agire politicamente perchè la Regione riveda i confini geografici dell’Ambito.
2) COLLABORAZIONE CON L’AREA VASTA DELL’ASUR
Il Sindaco è per legge il tutore della salute dei cittadini. Questo riguarda non solo la doverosa salvaguardia dell’Ospedale, ma il rilancio dei servizi socio-sanitari sul territorio, che sono fondamentali.
Occorre attivare, agendo con la forza di Ente capofila dell’Ambito, prassi operative condivise e sottoscritte, che diano concrete risposte ai cittadini nei seguenti, fondamentali campi dell’integrazione socio-sanitaria:
-minori in disagio sociale
-persone con disabilità
-persone con problemi di salute mentale
-persone in stato di dipendenza patologica
-persone non autosufficienti
3) SUSSIDIARIETA’
Sia la costituzione italiana che la già ricordata Legge 328/2000 enfatizzano il principio di sussidiarietà, secondo cui gli Enti pubblici riconoscono e valorizzano l’azione del cosiddetto Terzo settore (Cooperazione sociale, Associazionismo, Volontariato). In campo sociale questa cooperazione è fondamentale e ha il vantaggio di mettere in moto non solo preziose competenze tecniche, ma anche di fungere da volano per l’economia e l’occupazione, nonché produrre preziosi elementi di risparmio. Un esempio per tutti : perchè dal 2000 ad oggi,da quando cioè sono stati attivati i fondi del “Dopo di noi” dedicati alla persone disabili rimasti privi di appoggio familiare Pesaro ha aperto ben 6 strutture finanziate dalla Regione (col supporto decisivo del Comune, dell’Azienda Sanitaria e della Fondazione Cassa di Risparmio) e Fano nel frattempo solo una? Avere strutture sociali “in loco” significa : dare migliore risposte ai propri cittadini fragili, attivare l’occupazione, risparmiare.
4) CONOSCERE IL TERRITORIO
La Città e i suoi problemi vanno conosciuti, la risposte sociali possibilmente anticipate. Fondamentale è in tal senso il ruolo delle Assistenti sociali, che vanno riportate nei quartieri per alcuni giorni della settimana, perchè ne diventino il punto di riferimento non solo per la presa in carico dei casi di disagio, ma quali attivatori di risorse proprie di ogni quartiere (parrocchie, scuole,centri sociali anziani,associazioni, volontariato anche individuale) nonchè “sensori” per l’amministrazione Comunale della problematiche della zona loro affidata.
5)DA “FANO CITTA’ DEI BAMBINI” AI GIOVANI. PASSANDO PER GLI ADOLESCENTI.
Prevenire è meglio che curare,si dice. Ma qui non si tratta di intervenire sul disagio, quanto piuttosto di promuovere – con una rete di interventi da ripristinare o da inventare – la crescita, il benessere sociale e non ultimo il senso civico dei cittadini adulti del domani, che però sono già a pieno titolo cittadini di oggi Sono stati clamorosi i passi indietro fatti in questo direzione negli ultimi dieci anni di malgoverno della Città; bisogna ricominciare daccapo, recuperando e rinnovando scelte che avevano posto Fano all’attenzione nazionale: i BAMBINI al centro della programmazione della Città ( a livello non solo sociale ed educativo, ma anche urbanistico, culturale, turistico, sportivo ) nel convincimento che una Città disegnata per i più piccoli è una Città fruibile da tutti; il ripristino della rete del Centri d’aggregazione per ADOLESCENTI; il rilancio dei servizi per i GIOVANI, progettati e proposti anche da loro in una grande Assemblea cittadina da convocare all’inizio del mandato amministrativo e poi da ripetere annualmente. Basta stordire i ragazzi con discutibili feste e nottate (che non spetta tralatro al Comune organizzare);lavoriamo perchè siano consapevoli protagonisti del loro presente e soprattutto del loro futuro.
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