In questi giorni vi sono diverse persone che si cimentano in analisi mass-mediologiche e criticano, quasi sempre giustamente, il proliferare di facce, in manifesti con slogan più o meno banali e insignificanti. Sono molto incuriosito da questi pareri in quanto rappresentano un termometro utile al mio mestiere e soprattutto perché mi sento inevitabilmente interpellato per il fatto che sono in massima parte il responsabile della comunicazione di Bene Comune.
Ma purtroppo quando si parla di Bene Comune, anche rispetto alla comunicazione, non sono ancora riuscito ad ascoltare una critica degna di essere accolta. Devo ammettere che la sostanza, la ricchezza dei contenuti di questa lista civica rendono il mio lavoro poco faticoso. Mentre, al contrario credo che per altre parti politiche sarebbe stato molto difficile lavorare. Lo testimoniano la pochezza dei dibattiti, la povertà dei contenuti e soprattutto la quasi totale assenza di una critica seria alle proposte programmatiche di Bene Comune. Viene tutto banalizzato in slogan, di cui spesso non ci si rende conto neppure del significato. C’è chi continua ancora ad ignorare la matematica e attacca Bene Comune perché, secondo loro, sarà responsabile della sconfitta del centro-sinistra. C’è chi si accende e guarda Bene Comune con gli occhiali della demagogia e ne scorge solo una lista parrocchiale; senza aver letto una parola del programma la definisce traditrice dei valori cristiani per aver accolto l’appoggio della lista che si ispira a Beppe Grillo, oppure, all’opposto, la etichetta come conservatrice perché il candidato sindaco è un ginecologo che non ha mai nascosto le posizioni in difesa della vita, dimenticando che questioni di così alto valore hanno radici nella profondità di una coscienza, simile a quella che potrebbe aver mosso la penna di Pier Paolo Pasolini o Norberto Bobbio.
Quindi fino ad ora, le mia attese rispetto a considerazioni interessanti sul programma di Bene Comune rimangono deluse e come nelle trasmissioni meteorologiche della mia infanzia mi permetto di dire: “critiche (serie)… non pervenute”. Aspettiamo… ma il 6 giugno si avvicina.
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