Visto che sul fronte della selezione della classe dirigente non sembrano esserci reali novità (Veltroni e la Bindi non possono essere certamente definiti come “nuove promesse”), e che verosimilmente tutto il gruppo dirigente sarà comunque composto per il 95% dalla sommatoria delle nomenclature di DS e La Margherita, l’unica vera curiosità è rappresentata dai possibili contenuti del futuro programma del PD.
Sono quindi in attesa di conoscere quali saranno le priorità individuate, che tipo di respiro culturale vorrà avere, quale sarà l’orizzonte valoriale di riferimento del programma del nuovo partito che comunque rappresenta l’unica vera novità della politica italiana di questo ultimo periodo.
Il PD sarà capace di ripartire da una riforma delle politiche sociali che la Legge 328 del 2000 aveva già abbozzato e che ora avrebbe bisogno di un piano di lavoro concreto e di risorse certe e più cospicue? Quali saranno le linee di indirizzo che il PD vorrà dare per risollevare un sistema scolastico che può essere ormai definito una vera e propria emergenza nazionale? Quali saranno le politiche che intenderà mettere in atto per invertire una tendenza demografica suicida, e quindi per sostenere concretamente le famiglie per la crescita dei figli? Quali saranno le politiche destinate ad aiutare concretamente i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro senza gli attuali meccanismi di precarietà e di incertezza che ogni neo-laureato deve affrontare?
Il PD dovrà avere il coraggio di abbandonare i sentieri facili della ricerca del consenso immediato, che in Italia significano innanzitutto perseguire politiche pensionistiche, in virtù del fatto che un numero consistente di elettori sono in età avanzata e che la maggior parte degli iscritti al sindacato sono pensionati, per investire sul futuro e quindi soprattutto sulle nuove generazioni (anche se queste ancora non votano).
Sono quindi curioso di capire se il PD vorrà puntare più decisamente sul trasporto ferroviario, anziché continuare ad investire ingenti risorse per la costruzione di nuove strade; se punterà sulla produzione di energie alternative (solare, eolico e idrico) o se si farà tentare dal ritorno al nucleare; se rinuncerà ad una pericolosa politica di privatizzazione dei beni comuni (acqua, energia, smaltimento rifiuti, ecc.) rilanciando invece il sostegno agli enti locali per fornire servizi efficienti, dotandoli altresì di risorse adeguate per la manutenzione straordinaria delle principali infrastrutture (reti idriche, fognarie, reti erogazione gas, ecc.).
Mi auguro che prima delle primarie del 14 ottobre si possano leggere le principali linee programmatiche di questo nuovo partito, altrimenti si farà fatica a capire in nome di che cosa si intendono mobilitare migliaia di persone per questo appuntamento. Sarebbe una grande occasione sprecata per riavvicinare la gente ai temi veri della politica, e per fare un passo avanti verso una democrazia reale, non più condizionata dalla telegenicità di qualche candidato o candidata.
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