Non c’è dubbio che il diritto alla salute e il diritto alla sicurezza siano oggi due argomenti molto sentiti dai cittadini. In un periodo di incertezze economiche e sociali riguardo al proprio futuro, ma soprattutto a quello dei figli, è importante poter contare su una assistenza sanitaria diffusa e qualificata, garantita per tutti, e su una sicurezza e protezione dalla microcriminalità. Queste sono alcune delle principali risposte che la gente chiede alla politica.
Riguardo al primo punto l’approvazione del nuovo Piano Sanitario Regionale, che dovrebbe fungere da guida per i prossimi anni, è sicuramente una prima importante risposta. Al di là delle dichiarazioni trionfalistiche dell’assessore regionale Mezzolani su questo Piano, che contiene buoni spunti e propositi, nell’attesa di vedere come e se verrà effettivamente attuato in tempi brevi, la cosa che ci preme maggiormente sottolineare è lo scarso investimento in risorse umane in quantità e professionalità. Oggi nella sanità c’è bisogno di parlare maggiormente di risorse umane, e invece nel Piano se ne parla troppo poco.
C’è bisogno di un maggior numero di medici e paramedici, che sono fra l’altro in misura proporzionalmente inferiore rispetto al numero di impiegati amministrativi delle ex-asl.
C’è bisogno di una Università che prepari più medici nelle varie specializzazioni, infatti il numero chiuso comincia a creare qualche problema e tra poco anche noi (come già accade in Inghilterra) saremo costretti ad importare medici da altre nazioni.
C’è bisogno di un percorso di carriera più trasparente e più legato alla qualità professionale, anziché alla appartenenze alle varie lobby; e ciò rende quanto mai necessaria una vera riforma sulla nomina dei Primari.
C’è bisogno di riordinare il percorso formativo degli infermieri e di tutto il personale paramedico, con corsi più corti e remunerazioni più adeguate.
C’è una riforma nazionale da attuare, approvata a fine luglio, sull’attività medica intra-moenia per rendere più corretta (dal punto di vista fiscale), più trasparente ed uguale per tutti l’esercizio dell’attività medica privata nei locali pubblici, con costi più equi e liste di attesa più omogenee tra pubblico e privato (in modo che sia effettivamente garantita la libertà di scelta da parte dei pazienti.
C’è bisogno, insomma di puntare più decisamente sull’elemento umano quando parliamo di sanità. Invece troppe volte assistiamo a dibattiti e polemiche legate ai luoghi fisici (ospedali, ambulatori, ecc.), e alla struttura organizzativa (Asur regionale, zone ex-asl, area vasta, ecc.) anziché alla professionalità dei medici.
Per questo ci preoccupa il sorgere ricorrente di una proposta per la costruzione di un nuovo ospedale unico tra Fano e Pesaro. Noi pensiamo che questa proposta finisca per ingoiare enormi risorse e non riesca a dare risposte vere ai problemi della sanità, né a garantire il diritto alla salute per tutti.. E’ una proposta avanzata apertamente dai massimi dirigenti dei DS e La Margherita (Solazzi più apertamente, Mezzolani in maniera più sfumata e diplomatica). Una proposta che noi riteniamo utile solo per i costruttori, i progettisti, ed i proprietari di aree edificabili.
Diciamo quindi apertamente al Centro-Sinistra che noi di Bene Comune vincoliamo una possibile alleanza elettorale per le amministrative del 2009, ad una esplicita rinuncia al nuovo ospedale Fano-Pesaro. Senza che venga sottoscritta con chiarezza la rinuncia a questo progetto Bene Comune non accetterà nessuna collaborazione. Chiediamo un impegno preciso, altrimenti continueremo serenamente il nostro percorso da soli, o con chi condividerà le nostre idee.
Nessun ospedale nuovo, ma investire di più in risorse umane
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2 risposte a “Nessun ospedale nuovo, ma investire di più in risorse umane”
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Nei mesi scorsi oltre 5500 cittadini hanno aderito alla raccolta di firme per il rilancio dell’Ospedale Santa Croce di Fano, esplicitando così un chiaro no ad una struttura ospedaliera unica ventilata in più occasioni da diversi esponenti politici.
Dopo i cittadini un secco “no” all’Ospedale Unico è arrivato in questi giorni da più parti:
Bene Comune si è spinto a dichiarare che alle prossime elezioni si alleerà solo con chi si oppone all’Ospedale Unico Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale di Fano ha confermato il no convinto e determinato al progetto. Lo SDI si dichiara altrettanto contrario ad una mega struttura e rilancia l’idea dell’unità funzionale tra Fano Pesaro e Urbino. Il neonato circolo “Nuova Fano” attraverso il suo Presidente, l’Avvocato Giovanni Orciani punta alla valorizzazione delle professionalità per un rilancio vero della sanità nella nostra Provincia. Il consigliere Provinciale dell’UDC, Carlo Ruggeri, da sempre difensore delle strutture dell’entroterra, condivide con noi la proposta di valorizzare tutte le realtà esistenti, garanzia di pari diritti e servizi su tutto il territorio.
Il fronte contro l’Ospedale unico si allarga ed è un primo importante risultato.
Questo ci consente oggi, con maggior forza di riaffermare il “no” alla realizzazione di una struttura ospedaliera unica.
Quei miliardi dovrebbero eventualmente essere investiti nella valorizzazione e modernizzazione di tutti gli ospedali esistenti in Provincia di Pesaro Urbino, all’assunzione di nuovo personale.
Il progetto di Ospedale unico che ciclicamente torna alla ribalta, mira, invece, lentamente a emarginare, fino alla chiusura, (com’è accaduto con Mondolfo in passato) i nasocomi attivi nel Pesarese con conseguente dispendio di un’enorme patrimonio edilizio e di presenza sociale sul territorio.
Inoltre il mega -ospedale richiederebbe tempi lunghi, periodo nel quale le risorse finanziarie necessarie per lo stesso, comporterebbero una riduzione delle risorse per le strutture esistenti segnandone l’inevitabile declino e l’inevitabile esodo dei pazienti verso altre strutture dentro e fuori Regione.
La nostra proposta , ha come obiettivo, al contrario un rilancio delle strutture esistenti attraverso la diversificazione dei servizi e dell’offerta. L’utilizzo di apparecchiature all’avanguardia e personale qualificato,garanzia di un servizio efficiente.
Non c’è bisogno di un nuovo Ospedale ma di un nuovo modo di risolvere i problemi della Sanità.
Questo preme alla gente. Non si giustificherebbe altrimenti l’enorme successo ottenuto dalla raccolta di firme per un rilancio del Santa Croce. -
Se tutti nuovi ospedali fossero come la nuova ala (D) del Santa Croce io mi spaventerei e se poi fosse un doppione dell’ospedale di torrette sarei terrorizzato.
Bando alle chiacchiere per fare un ospedale nuovo, minimo occorrono una ventina di anni e lo sperpero di diverse migliaia di euro e pertanto sono contrario. Comunque lasciare nelle condizioni attuali il Santa Croce e veramente scadente e pertanto diamogli una sistemata con criteri moderni e validi e non solo come si è fatto con l’ala D , ottogonale valido solo per un villaggio turistico e lo sfalsamento dei piani e comprensibile solo da uno non sano di mente e con sperpero di molti soldi. Chi ha approvato un progetto cosi mal fatto.
Ciao Donato
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