Nel 1338 Ambrogio Lorenzetti venne incaricato di affrescare la Sala dei Nove al Palazzo pubblico di Siena. Lorenzetti dipinse il suo capolavoro, le due allegorie del Buono e del Cattivo Governo, con l’intento, forse troppo audace, di ispirare gli amministratori cittadini nella gestione della cosa pubblica. In questi giorni, eccezionalmente, la città di Fano, nel complesso del Sant’Arcangelo in cui si trova la scuola Padalino, sta ospitando la seconda allegoria, rivisitata in chiave moderno. Invitiamo i cittadini a visitarla.
Quello che infatti la giunta Aguzzi sta realizzando è la perfetta rappresentazione scenica, attualizzata dell’allegoria del cattivo governo. Lo studio dell’opera deve essere stato profondo. La giunta Aguzzi si sta infatti muovendo in maniera grottesca e pericolosa. In un recente, illuminato articolo l’architetto Lamedica ha evidenziato alcuni punti critici. Ovviamente proprio perché l’articolo era estremamente ragionevole è stato lasciato passare. Lamedica ha sollevato alcune questioni fondamentali sulla metodologia.
Ha evidenziato la necessità di creare dei tavoli di concertazione (mentre la giunta sta fomentando un assurdo scontro tra centro e periferia che diventerebbe).
Ha poi rilevato la necessità di “esaminare con attenzione i flussi di provenienza in maniera ponderata” e di stilare un Piano di Mobilità Scolastica,cioè “capire da dove vengono i ragazzi, quali mezzi dovranno o potranno utilizzare, quale sarà l’impatto sulla mobilità e sul territorio”. Chiediamo alla Giunta di rispondere se ha predisposto questo piano e quali sono i risultati.
Ha infine sottolineato che una nuova scuola richiede poi uno studio di localizzazione nella scelta di un sito e una valutazione dell’impatto di una scuola sul quartiere, capace di valutare gli impatti positivi che derivano dall’avere una scuola nel quartiere (frequentazione di persone, vivacità, relazioni) e gli impatti negativi (traffico, se il bacino d’utenza è lontano, disagio sociale e degrado se la scuola è isolata e lontano da zone centrali oppure se la scuola forma un’eccessiva concentrazione di studenti..). “Le scuole” ha scritto Lamedica “non possono essere dislocate in località periferiche perché hanno bisogno del contatto con la gente, di negozi, servizi nelle vicinanze, di strade pedonali e ciclabili. Una scuola costruita in una zona priva di centralità urbana è molto più facilmente preda di degrado fisico e sociale e favorirà situazioni di devianza sociale”. Chiediamo dunque alla Giunta se ha predisposto questa valutazione e quali sono i risultati, poiché una scelta demagogica e dilettantistica, può creare un’emergenza sociale anziché risolverla.
Vorremmo anche aggiungere – piccola postilla finale – che la scuola Padalino, oltre che istituto scolastico è stato finora un polmone culturale all’interno della città di Fano e un punto di riferimento per gran parte dell’associazionismo locale. L’azione della giunta oltre buy – uk che destabilizzare il bacino scolastico della città, demolisce, in barba ad ogni principio di sussidiarietà, una delle più valide realtà culturali cittadine.
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