NO ALLE RONDE, nella storia sono sempre state il preludio a nuove forme di fascismo.
Innanzitutto c’è da constatare come sia incredibile che l’uomo dimentichi così facilmente gli insegnamenti della storia. I cittadini che si auto-organizzano per garantire l’ordine e la sicurezza, sono sempre stati il preludio a forme di fascismo. E ancora oggi il tema è proprio questo: in uno Stato che non riesce a garantire uno dei suoi compiti principali: la giustizia e la sicurezza, la democrazia può essere considerata a rischio? A mio avviso si.
Quando lo Stato abdica, o ammette insufficienze o inefficienze, al compito di mantenere la sicurezza, l’ammissione di questa sua debolezza, può essere molto pericolosa. Per questo il decreto legge sulle ronde è assurdo, un Stato serio non avrebbe dovuto neanche pensarlo, e non è sicuramente un caso che sia stato proposto da un Governo in cui sono presenti Alleanza Nazionale e la Lega Nord.
“La sicurezza deve essere garantita dalla polizia, e solo dalla polizia, cioè dagli specialisti – diceva nei giorni scorsi Massimo Fini (un intellettuale che non può certo essere definito di sinistra) – perché i privati cittadini, pur se animati da buone intenzioni, anzi soprattutto se animati da buone intenzioni, possono commettere, soprattutto nel clima xenofobo che si è creato nel nostro Paese, errori gravissimi e dar luogo alla “caccia all’uomo” e alla “giustizia di popolo” cioè alla giustizia sommaria”. Sempre Massimo Fini ricordava che “dalle ronde agli “squadroni della morte” di sudamericana memoria il passo è breve”.
Allora un Governo serio investe più risorse economiche per potenziare le forze di polizia, senza ricorrere a facili demagogie, e soprattutto senza consentire che i Sindaci trasformino i loro territori in luoghi in cui l’autonomia e la libera iniziativa la facciano da padroni. Si creerebbe una rincorsa a quale sia il territorio “meglio presidiato” tornando così, di fatto, al periodo feudale, in cui ogni “signore” all’interno del suo castello garantiva ai suoi abitanti sicurezza e giustizia in cambio della più assoluta obbedienza.
Ci auguriamo, pertanto, che a Fano non vengano autorizzate le attività delle paventate “pantere verdi”, che – a leggere le dichiarazioni di Roberto Zaffini segretario della Lega Nord – hanno propositi alquanto preoccupanti: esse infatti “non si limiteranno a controllare il territorio ma si occuperanno di tante altre iniziative di interesse pubblico”, inoltre “per aumentare il livello di sicurezza il ruolo di questi gruppi non è quello di reprimere ma è quello di prevenire. Diciamo che vuole essere una risposta all’omertà”. Questi propositi sembrano più una minaccia che una rassicurazione. Parlare di “livelli di sicurezza” e quindi di prevenzione non è accettabile, se non è chiaro cosa intendono queste persone per “prevenzione”. Inoltre a Fano non mi era sembrato che ci fosse un problema di “omertà”.
Una ultima annotazione sulle cose dette da Zaffini sono relative al suo richiamo al fatto che venga messo in discussione il volontariato delle ronde contrapposto ad un volontariato di sinistra che invece viene sempre riconosciuto come quello giusto. Egli dimentica l’esperienza più importante e numerosa del volontariato in Italia: quello cattolico. Ossia quel volontariato non ideologico che nasce come forma di accoglienza, come forma di carità, e che parte dal presupposto che nessuno può essere giudicato se prima non è stato accolto e riconosciuto come un fratello, anche quando sbaglia.
Lascia un commento