In questi giorni si sente nuovamente parlare di giovani a Fano, perché un gruppo di cittadini ha avviato una petizione circa la regolamentazione dei locali nel centro, che è stata letta da alcuni come un tentativo di affossare (ulteriormente) la vitalità serale/notturna di Fano. Allora un altro gruppo di giovani ha avviato un altro gruppo su facebook per controbattere. Di tutto questo, credo che l’unico organo istituzionale che esiste che ha a che fare con i giovani (la consulta) non ne sappia niente, o comunque non sia ufficialmente in nessuna delle posizioni. Io sono in entrambi i gruppi facebook e mi chiedo: ma come mai arriviamo a questo?
Credo che il problema vero sia un altro. Mi faccio due domande: 1) perché di giovani a Fano si parla praticamente solo in riferimento alle uscite serali, a problemi di decoro urbano o al massimo qualche evento o qualche iniziativa? 2) perché i giovani si scaldano solo su questi temi?
L’età giovane è definita dalla Consulta Comunale dei giovani di Fano come la fascia di età 18-35 anni… io ne compirò 35 quest’anno e mi sembra che in questo periodo, la vita di un giovane non sia primariamente concentrata sullo svago ma su tutte altre tematiche: formazione specializzata, lavoro, casa, famiglia e relazioni sociali…oltre ovviamente a quel poco di tempo libero che resta che ad ogni modo, visto che i giovani di energia ne hanno tante, esige delle proposte di qualità.
Dove sono questi temi? Chi ne parla? A Fano al momento non ne parla quasi nessuno, non a livello istituzionale almeno. L’assessorato alle politche giovanili, sicuramente non l’ha fatto negli ultimi 10 anni, tentando al massimo di avviare –solo molto recentemente- qualche iniziativa di partecipazione.
Ma soprattutto: chi ne dovrebbe parlare? E come?
Secondo me, anzitutto ne dovrebbero parlare i giovani. E qui faccio un appello a tutti i giovani: iniziamo a chiedere di più a questa città. Lo faccio da membro di una lista civica, perché se ogni cittadino partecipasse attivamente, esigendo, proponendo, controllando l’amministrazione e confrontandosi con essa, di liste come la nostra non ci sarebbe nemmeno bisogno. I giovani sono la Fano di oggi e la Fano di domani: dobbiamo chiedere di più agli amministratori. Dobbiamo farlo in maniera seria. Dobbiamo farlo godendo insieme la Fano di oggi e pensando insieme quella di domani. Dobbiamo partecipare! Ben vengano tutti i gruppi on-line che nascono, purchè diventino dei laboratori di idee, purchè siano l’avvio di incontri e condivisioni reali tra le persone. Investiamo le energie non solo in battaglie “specifiche” e scoordinate ma facciamo lo sforzo di curare questa città dal di dentro, dicendo la nostra, giocandoci, pensandola e confrontandoci con chi la amministra.
E qui arriviamo a chi guida una città, che ha il dovere di guidarla guardando al futuro, e quindi ai giovani. E qui parlare non basta. Delle trovate elettorali di ragazzetti cresciuti all’ombra di chi ha governato Fano in maniera indecente negli ultimi dieci anni non ce ne facciamo niente. Occorre un progetto di città, fatto con i giovani e che valorizzi i giovani, in tutti i settori e gli assessorati. E allora non si tratta solo di politiche giovanili, che -da sole- non possono fare niente. Pensiamo alla casa ad esempio: se non c’è un progetto di città (che si traduce in piani regolatori e altri strumenti urbanistici) che ha in mente i giovani e il loro accesso alla casa, come si potrà rispondere a questa esigenza? O se non ci sono agevolazioni per l’affitto? O il lavoro: siamo sicuri che basti un Job o un’agenzia giovani? O forse occorre uno sforzo maggiore: pensare come creare le condizioni per i giovani possano lavorare a Fano e ricavarne qualcosa di buono da scrivere nel curriculum: perché non pensare di amministrare una città a partire da un patto con le imprese, l’industria, il terzo settore, l’università, le fondazioni, le banche, che si prefigga come obiettivo di creare occasioni per i giovani? Che forme di agevolazioni può avviare un comune per supportare l’imprenditoria (magari creativa!) dei giovani, con semplificazioni burocratiche, piani di finanziamento ecc..? O perché non pensare sgravi sulle imposte comunali per chi assume giovani, almeno in certi settori?
Non sono scelte che si improvvisano. Per farle in maniera sensata occorre riprogettare questa città, e occorre farlo in maniera integrata, tenendo conto anche dei giovani. Sappiamo tutti che l’unico modo per farlo in maniera sensata è attraverso un progetto integrato di città, che punti sui giovani, che sia guidato dalla ricerca del bene di tutti i cittadini e dell’ambiente. Sappiamo tutti chi sta facendo politica perché ha questo obiettivo, e chi no.
Roberta Ansuini (Bene Comune)
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