Mercoledì 22 ore 21, presso la saletta antistante al Consiglio Comunale, si terrà un tavolo di confronto assieme al nostro candidato sindaco Hadar Omiccioli, per approfondire con la cittadinanza le questioni aperte dal convegno sul sociale di sabato 11. Non sarà presentato un programma, ma sarà una campagna di ascolto di associazioni e cittadini che possono portare competenze e suggerimenti. L’idea sarà ripetuta su altri ambiti (cultura, turismo, ambiente, lavoro)
Saranno incontri particolari, veri e propri tavoli di lavoro: questa scelta, che impronterà tutta la nostra campagna elettorale ha una valenza precisa, di metodo. Vogliamo affermare che ogni città dispone di competenze e che un’amministrazione meritocratica deve saper coinvolgere quelle competenze, senza secondi fini, per orientare la propria azione politica.
Non si è deciso di partire dal “sociale” per caso. E’ per noi un manifesto e una scelta di parte: in primo luogo abbiamo la convinzione che la politica serve solo nella misura in cui si adopera per ridurre le disuguaglianze e aumentare le opportunità. Questo significa mirare l’attenzione delle politiche pubbliche su chi ha meno e non su chi ha di più.
Trattare di “sociale” non significa preferire un ambito della macchina comunale piuttosto che un altro: per noi il “sociale” è la cartina di tornasole con cui si può leggere la città. Attorno ad esso ruotano tutte le scelte strategiche che un comune può fare: l’urbanistica, le politiche culturali, le politiche turistiche, la politica fiscale, la politica economica. Solo come esempio si pensi all’effetto di una tassa di soggiorno o di un piano spiagge dove la parte libera è marginalizzata, sull’accessibilità alle vacanze (che si traduce in una contrazione del turismo).
Al centro delle riflessioni abbiamo posto l’Ambito Sociale Territoriale, è come se fosse una ASL sanitaria; sembra una questione specialistica, ma in realtà l’ambito è la base del governo dei servizi socio-sanitari di una città e accresce il potere contrattuale di una città nella distribuzione dei fondi a livello regionale. Un ambito ben gestito è catalizzatore di risorse, ma anche di efficienza nella loro gestione. La giunta uscente nella sua politica sociale ha sempre considerato l’ambito una palla al piede al punto da rifiutare per diverso tempo il ruolo di capofila. In compenso ha speso relativamente tanto per il sociale (il 37% della spesa corrente pari a sei milioni di euro). Non è una cifra da poco. Il problema è che ha speso male. In primo luogo perché per l’appunto ha ritenuto il coordinamento dell’ambito un’inutile perdita di tempo, preferendo alla programmazione mettere qualche pezza sull’emergenza. In secondo luogo per una scelta politica dell’assessore Delvecchio che ha sempre ritenuto la partecipazione e le consulte un intralcio. Il risultato è che il sociale a Fano, nonostante i soldi spesi si trova al punto 0.
A stasera!
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