Il ripristino della Ferrovia Fano-Urbino non è un percorso facile. E indubbiamente anche la Associazione Ferrovia Vale del Metauro che da molti anni si adopera per questa idea, lo sa. La cosa più assurda è che mentre il sindaco di Urbino comprende le potenzialità che potrebbe avere questo collegamento, Fano che sarebbe la città in assoluto più avvantaggiata, anche in chiave turistica, da un ripristino, rimane tiepida. La nostra giunta latita e pare preferire questa battaglia senza nemmeno provare a combatterla. La dismissione di una simile risorsa e la sua conversione in pista ciclabile dovrebbe essere l’ultima ratio, una scelta per salvare il salvabile.
Ma convertire una ferrovia in una pista ciclabile e far passare ciò per guadagno, ricorda certi mercanti scaltri che vendono carabattole luccicanti, spacciandole per oro. Una tale scelta significherebbe infatti non avere più la possibilità di un collegamento su rotaia tra la costa e l’entroterra. La provincia di Pesaro è l’unica nelle Marche ad aver volutamente dismesso tale collegamento, ponendosi così nella classifiche nazionali al fanalino di coda nel rapporto km di binari / popolazione e km di binari / superficie. La definitiva dismissione della ferrovia darebbe a questa situazione una determinazione definitiva, non rispondente alla morfologia del territorio. Si alzano alte grida contro la regione quando fa comodo, – spesse volte giustamente -, ma poi si buttano a mare le risorse che si hanno senza provare a salvarle. E’ un’ottima strategia per restare Calimeri nei secoli.
Serfilippi è il primo della giunta ad accorgersi della valenza strategica della ferrovia e ad esprimere una posizione lungimirante. Glielo riconosciamo volentieri, ricordandogli però che per attuarla può sperare in due cose: in una collettiva caduta da cavallo di tutta La Tua Fano e compagnia cantante con tanto di mistica apparizione di qualche santo ferroviere. Oppure di perdere le elezioni. Perché come già ampiamente dimostrato, le cose giuste da lui dette sono lettera morta per tutta la coalizione. Certo è che non si può andare avanti all’infinito nel dilemma Ferrovia sì, Ferrovia no. In realtà servirebbe uscire dalla logica e fare una seria analisi dei progetti che Fvm continua a produrre.
La sede c’è: si chiama Consiglio Comunale. Ciò che manca è la volontà di utilizzarlo.
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